“Non è mai tardi per chiedere scusa. Quindi ben venga se finisce cosi un periodo che il M5s ha alimentato in modo vergognoso non solo su Uggetti. Ma essere garantisti non è un cappotto che metti e togli a seconda della moda. Se Di Maio vuole indossarlo ben venga, ma attenzione: non è a la carte”. Lo dice all’Adnkronos la giornalista Gaia Tortora, commentando la lettera di Luigi Di Maio, pubblicata da ‘Il Foglio’, nella quale il titolare della Farnesina ha chiesto scusa per i violenti attacchi rivolti dai 5 Stelle all’ex sindaco di Lodi. La giornalista, figlia di Enzo Tortora, vittima perseguitata dalla giustizia, non ha dubbi: “Forse Di Maio avrebbe dovuto aggiungere altri casi nella lettera a Il Foglio ed il Pd, che il ministro degli Esteri ha tolto d’impaccio sul tema giustizia sempre scomodo e toccato con le pinze dai dem, se c’è dovrebbe battere un colpo. Tanto più che Uggetti si sarebbe aspettato qualcosa anche dal suo partito, mentre non c’è stata una sola parola in questi giorni”.
Secondo Gaia Tortora, le scuse all’ex sindaco di Lodi, arrestato nel 2016 con l’accusa di turbativa d’asta e poi assolto, in appello, con formula piena, fanno riflettere: “Tutto lascia pensare ad una mossa politica”, ed al definirsi di “un’area che fa capo a Conte e Di Maio. E’ molto strano che adesso il ministro degli Esteri si ricordi di chiedere scusa, come che subito dopo Conte definisca virtuoso il suo gesto”, spiega.
Gaia Tortora conclude sollevando una lunga serie di interrogativi: “Perché proprio adesso individuare il danno enorme che ha fatto il Movimento? Quanti casi ci sono stati di persone innocenti messe alla gogna, infangate dai 5s in modo vergognoso ed a cui nessuno ha chiesto scusa? E a Di Maio dico e domando: il garantismo è qualcosa che si ha dentro. Ben venga tutto. Ma Uggetti è stato colpito nell’animo. Distrutto. Che ne pensano gli altri 5 Stelle? La Taverna? La pensano come Lei?”. (di Roberta Lanzara)