Gaetano Manfredi candidato sindaco di Napoli con un patto per la città firmato da M5S, Pd e Leu. “Napoli è da sempre una protagonista del nostro Paese, ma in questo momento storico è una città che presenta enormi criticità economiche e sociali. A queste criticità sentiamo il dovere di dare una risposta, dandoci da fare per rispondere ‘presente’ alle aspettative dei cittadini napoletani, a quelle dei suoi giovani, alle esigenze delle famiglie e delle imprese che la animano con passione”, scrive in un lungo post su Facebook Giuseppe Conte. “Poniamo questa consapevolezza e questa forte volontà di impegno alla base del ‘Patto per Napoli’ che oggi il Movimento 5 Stelle, il Partito democratico e Leu sottoscrivono per lanciare la candidatura di Gaetano Manfredi a sindaco della città”. “Questo patto non è una mediazione al ribasso, non è un compromesso. È la convinzione di aver imboccato la strada giusta, è la dimostrazione che ciò che serve non è cedere a frettolose soluzioni e fusioni a freddo ma partire dall’analisi dei problemi e da qui trovare il ventaglio delle soluzioni per risolverli”, sottolinea l’ex premier.
“Il 27 maggio 2021 è una bella giornata per Napoli, dopo tanto tempo di fatica politica, una giornata piena di prospettive interessanti e importanti”, ha detto Enrico Letta. “Io sono un grande tifoso di Manfredi, sarà un grande sindaco di Napoli, della ricostruzione, mentre si ricostruisce l’Italia – ha aggiunto il segretario del Pd – Credo sia una bella giornata in cui abbiamo messo a punto un Patto per Napoli molto importante, sono contento di averlo fatto con Conte, Speranza e altri. Tutta la mia stima e un ringraziamento a Manfredi, con la richiesta che sia veramente protagonista”.
“Gaetano Manfredi ha passione, forza e intelligenza per guidare Napoli. Con Giuseppe Conte e Enrico Letta siamo al lavoro per costruire una grande coalizione popolare”. Lo scrive Roberto Speranza su Twitter.
Si intitola ‘Un patto per Napoli. Come rendere sostenibile il debito e liberare risorse per il rilancio della città’, il documento sottoscritto oggi pomeriggio da Giuseppe Conte, Enrico Letta e Roberto Speranza. “Mentre l’Italia sta affrontando con coraggio la ripartenza, la politica non può prescindere dal rilancio degli enti più prossimi ai bisogni dei cittadini”, ovvero i comuni si legge nel Patto sottoscritto da M5S, Pd e Leu che individua tre “interventi legislativi a livello statale volti a rendere sostenibile la gestione del debito in base ai principi di solidarietà, di coesione territoriale ed equità intergenerazionale”.
Il primo: “Una procedura per la gestione commissariale del debito della Città di Napoli (sulla base di un modello che intervenga sui Comuni capoluoghi di Città Metropolitana in quanto asset strategici del sistema economico nazionale), sulla falsa riga di quella in essere dal 2008 per Roma”.
E poi: “L’estensione all’intero triennio 2021-2023 e l’incremento da 500 milioni ad almeno 1 miliardo annuo della dotazione del Fondo per il sostegno all’equilibrio di bilancio degli enti locali, la cui istituzione è prevista dal DL n. 73 del 2021 (c.d. sostegni-bis)”. Infine, “un Piano straordinario per l’assunzione e la riqualificazione di personale da parte degli enti locali, con particolare riferimento a figure professionali dotate di qualificazione specifica”.
“Questi interventi -si legge nel Patto- andrebbero combinati con un rafforzamento di strumenti recentemente introdotti dalla legislazione per agevolare la gestione del debito degli enti locali: fondo per gli enti in difficoltà finanziarie imputabili alle condizioni socio economiche dei territori; fondo per il concorso al pagamento del debito dei comuni capoluogo delle città metropolitane; avvio della ristrutturazione del debito degli enti locali con accollo allo Stato”.
Quindi, il capitolo della ‘gestione commissariale’. “Napoli -si spiega deve diventare un laboratorio nazionale in cui sperimentare un nuovo modello di intervento e gestione del debito a favore dei Comuni capoluogo di Città Metropolitane. Questo intervento, trova un precedente nella gestione commissariale del debito di Roma Capitale. Obiettivo è quello di introdurre due distinte due gestioni, tra loro separate: una Gestione commissariale – affidata ad un Commissario di Governo – che prenderebbe in carico tutte le entrate di competenza e tutte le obbligazioni assunte ad una certa data; una Gestione ordinaria, competente per il periodo successivo alla suddetta data, ed affidata agli organi istituzionali del Comune”.
“Il Commissario di Governo procederebbe all’accertamento definitivo del debito del comune di Napoli, al fine di redigere, entro un certo termine, il piano di rientro delle passività pregresse del comune, aggiornato in termini di crediti certi, liquidi ed esigibili. Alla luce delle dimensioni del debito del comune di Napoli e delle quote da recuperare in ciascun anno – in base al PRFP e alle ulteriori misure di ripiano – sarebbe necessario destinare al finanziamento della gestione commissariale una dotazione non inferiore a 150 milioni di euro annui.Sulla base del modello utilizzato per il Comune di Roma, la maggior parte di tale dotazione andrebbe garantita da un contributo annuale dello Stato; un’altra parte sarebbe invece finanziata con la istituzione di addizionali commissariali (all’IRPEF e ad altri tributi locali, inclusi i diritti di imbarco all’aeroporto di Capodichino o al Porto di Napoli)”.
C’è poi un capitolo dedicato al ‘Fondo per il sostegno all’equilibrio degli enti locali’. Si chiede il raddoppio di quello contenuto nel dl Sostegni bis (500 milioni): “Per sostenere maggiormente il processo di risanamento degli enti locali in questione, appare necessario incrementare – con apposito emendamento al ddl di conversione del DL sostegni-bis – la dotazione del Fondo ad un miliardo annuo per ciascuno degli anni dell’intero triennio 2021-2023”.
Infine, ultimo capitolo: ‘Piano straordinario per l’assunzione di personale’, piano che “appare necessario ed urgente” e “considerando i nuovi compiti che gli enti locali saranno chiamati a svolgere ai fini dell’attuazione del Pnrr e delle connesse esigenze di rafforzamento della loro capacità amministrativa, si potrebbe consentire a tutti gli enti locali di procedere ad assunzioni di personale qualificato in deroga ai limiti previsti dalla normativa vigente”.
“Andrebbero contestualmente individuate apposite risorse per far fronte a tali assunzioni, anche a valere sugli stanziamenti previsti dal Pnrr. A questo riguardo, va sottolineato che – sebbene la governance del Pnrr non sia stata ancora definita (dovrebbe essere oggetto di un prossimo decreto-legge del Governo) – secondo indicazioni del Ministro dell’economia e delle finanze gli enti territoriali sarebbero coinvolti nella gestione di 80 miliardi di euro, pari a circa un terzo delle risorse complessive)”.