”La difficoltà dei crediti Utp è spiegare all’investitore la differenza con gli Npl. Si tratta di soggetti diversi in cui è necessario trovare un accordo sugli asset, attraverso la condivisione del progetto da portare a termine. La difficoltà principiale è convincere l’investitorire a trovare un accordo con imprenditore, senza andare allo scontro con l’imprenditore che non porta benefici a nessuno. Quando si tratta il real estate bisogna condividere il percorso con il nuovo partner”. Lo sottolinea Oscar Pittini, presidente di Hera Holding, in occasione del convegno de ‘Il Sole 24 Ore’ sui crediti semi deteriorati Utp.
”E’ necessario un approccio più proattivo per il settore del real estate -continua Pittini- è un’industria che coinvolte tanti interlocutori diversi, architetti e imprese, un indotto importante per il rilancio del Paese. In alcuni nostri progetti abbiamo coinvolto piccole comunità e ridato fiducia a quartieri interi e ad imprese locali”
”Quindi bisogna sedersi al tavolo con il debitore e l’investitore per massimizzare i ricavi -aggiunge Pittini-. E’ cambiato anche l’approccio delle banche che sono proattive e nonostante alcuni progetti sono stati fermi per la pandemia, se erano validi prima lo sono anche oggi. C’è un periodo d’attesa dovuto al Covid che sposta in avanti alcuni progetti. Ma i dati dell’immobiliare sono molto attivi e dinamici in alcune parti del Paese. Non ci sono solo le città di Milano e Roma”.