Che il coronavirus responsabile di Covid-19 sia fuggito da un laboratorio cinese “nessuno può dirlo”. Ma “che Sars-CoV-2 esista da più tempo rispetto a quando è stata dichiarata la pandemia, e rispetto a quando ancora prima si è parlato delle polmoniti di Wuhan, è assolutamente accertato attraverso studi di filogenesi e anche da studi a cui abbiamo partecipato, trovando il virus nelle acque reflue già a novembre 2019”. Lo ricorda all’Adnkronos Salute Maria Rita Gismondo, direttrice del Laboratorio di microbiologia clinica, virologia e diagnostica delle bioemergenze dell’ospedale Sacco di Milano.
Intervenendo nel luglio scorso a un convegno in Senato, l’esperta aveva sottolineato che “stiamo parlando di un virus di cui ancora non è stata chiarita l’origine. A fine dicembre” 2019 “è arrivato al mio reparto” al Sacco, “uno dei due centri di riferimento nazionale per le bioemergenze, il bollettino del ministero della Salute su 41 polmoniti di strana eziologia a Wuhan. Tutti poi abbiamo detto che questo virus veniva dai mercati umidi di Wuhan, peccato che poi abbiamo scoperto che casi di polmonite da un virus sconosciuto c’erano stati anche” prima “nel 2019 e recentemente – segnalava allora Gismondo – il mio staff, con l’Istituto superiore di sanità e con il Cnr, ha pubblicato un lavoro dimostrando che nelle acque reflue di Milano il virus c’era già a fine novembre. Quindi scordiamoci quell’origine”.
Quando Covid-19 iniziò a preoccupare il mondo, insomma, “il virus circolava già da tempo – ripete oggi la microbiologa – in una forma probabilmente più attenuata, dopo di che delle mutazioni l’hanno reso più aggressivo. Io credo che in Cina ci siano stati molti più casi, come d’altra parte anche le autorità cinesi hanno affermato, di quanti siano stati dichiarati, e certamente molto prima di quando sono stati rivelati all’Oms e al mondo intero”.