“Noi già domani faremo iniziative già programmate sulla sicurezza sul lavoro in 6 città italiane. E faremo anche attivi con tutti i delegati in tutta Italia per tutto il mese di giugno. Ma se alla fine di questa mobilitazione non ci sarà un passo indietro su massimo ribasso e subappalti, o quantomeno la volontà di trovare una soluzione, allora non saremo noi a fare lo sciopero generale ma sarà il governo a costringerci a farlo”. E’ l’avvertimento al governo che, intervistato da Adnkronos/Labitalia, lancia Vito Panzarella, segretario generale di FenealUil, la categoria degli edili della Uil, sulle norme contenute nel dl semplificazioni.
Per Panzarella, è chiaro che “se si chiede di sospendere il codice appalti, che non si può fare come dicono tutti e non solo noi, allora continueremo la mobilitazione fino ad arrivare allo sciopero generale”, sottolinea il leader degli edili della Uil.
E al leader degli edili della Uil non va giù la scelta del governo sui licenziamenti. “Questo balletto nel governo” sul blocco dei licenziamenti “non ci soddisfa: abbiamo l’impressione che il governo non si renda conto del possibile effetto micidiale dello sblocco dei licenziamenti a livello sociale”, sottolinea.
Le scelte dell’esecutivo, per Panzarella, “non hanno tenuto conto di quanto noi abbiamo detto in questi mesi”. “Abbiamo chiesto fin da subito di fare una riforma degli ammortizzatori sociali prima dello sblocco dei licenziamenti e aspettare anche la ripresa dell’economia. Era la cosa più logica per evitare rischi sociali che potrebbero avere effetti micidiali sul piano sociale”, aggiunge.
Per Panzarella, per quanto riguarda gli effetti sul settore delle costruzioni dallo sblocco dei licenziamenti, “speriamo che siano meno attenuati visto che il settore ha sofferto la crisi pandemica ma meno di altri settori che sono stati più duramente colpiti”. “E ci auguriamo anche che le opere infrastrutturali previste dal Pnrr e la spinta del superbonus possano dare slancio all’occupazione nel comparto”, continua.
Ma accelerare sul Pnrr non deve comportare, avverte il sindacalista, più rischi per i lavoratori. “Certo che dobbiamo accelerare nella realizzazione delle opere. Ma non si può scegliere la strada più facile come fa il governo, mettendo a rischio -aggiunge ancora Panzarella- la trasparenza, aumentando la possibilità di infiltrazione delle organizzazioni criminali nelle opere e soprattutto aumentando i rischi in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. Con i subappalti per tutto, il massimo ribasso e portando l’affidamento diretto a 140mila euro il governo fa tutto questo”.
“Quello delle costruzioni -continua il sindacalista- è già un settore dequalificato e destrutturato, con il 90% delle imprese con fatturato sotto i 500 mila euro e il governo con queste misure non fa che peggiorare le cose, invece di migliorarle”. Per accelerare la realizzazione delle opere la ‘via maestra’ per il sindacato passa per “la riduzione delle stazioni appaltanti, per l’assunzione di tecnici che la Pa non ha, per interventi di semplificazione nella fase di ‘attraversamento’ dei progetti, non nella gara o nella realizzazione”.
E per Panzarella serve anche accelerare sulla formazione. “Quello che ci preoccupa -conclude- è che dai territori ci segnalano la difficoltà a reperire manodopera, in particolare specializzata. E’ uno degli effetti della crisi di questi anni nelle costruzioni. Non abbiamo perso solo centinaia di migliaia di posti di lavoro, ma anche le professionalità che non si recuperano in due giorni. E per questo serve programmare interventi di formazione”.