Ergastolo per Aljica Hrustic, il 26enne di origini croate accusato di aver torturato e ucciso il figlio di 2 anni la notte del 22 maggio 2019, nella loro casa a Milano. “Mi aspettavo sicuramente una pena importante, ma non l’ergastolo. Resta il fatto che questa è in ogni caso un’orrenda tragedia”, ha detto al termine dell’udienza Giuseppe De Lalla, legale difensore dell’uomo. “Io -spiega De Lalla- non credo che la linea difensiva abbia mai dato adito a ritenere che io abbia sottovalutato la gravità dell’accaduto, ma francamente non mi aspettavo la condanna per la tortura, così come è stata ricostruita negli atti. Né, quindi, mi aspettavo l’ergastolo. Sembra incredibile, ma speravo in una condanna a 30 anni, che avrei ritenuto più attinente ai fatti così come sono stati ricostruiti negli atti, al di là degli articoli di stampa, che spesso non sono stati fedeli”.
“Ora -avverte- aspettiamo le motivazioni e comunque faremo appello”. E rimarca: “Questo processo era un po’ come un’operazione a cuore aperto per rimuovere un tumore; bisognava stare molto attenti”. Certamente c’è da “sottolineare che la vita di questo bambino è stata una via crucis fino alla fine, ha materialmente avuto le stimate. Io -dice il legale- non ho il dono della fede, ma mi sento comunque di fare questi parallelismo”.
Tuttavia, “l’applicazione del diritto a volte è impopolare. E secondo me in un caso come questo si doveva avere molto molto coraggio per applicarlo correttamente”.