(dall’inviata Elvira Terranova) – Cento passi, la distanza che separa la casa di Peppino Impastato, il militante di Democrazia proletaria ucciso da Cosa nostra, e la casa del boss mafioso Tano Badalamenti, che oggi è la Biblioteca comunale. E’ il percorso compiuto oggi pomeriggio dal Presidente della Camera, Roberto Fico, venuto con la sua compagna, in compagnia di Giovanni Impastato, il fratello del giornalista assassinato il 9 maggio del 1978 in un casolare vicino Cinisi (Palermo). “Una grande emozione”, continua a ripetere Fico senza nascondere la sua commozione. Al suo arrivo in corso Umberto ha prima visitato Casa Memoria dedicata a Peppino e Felicia Impastato dove ha ricevuto una targa ricordo e poi l’ex abitazione del boss Badalamen, trasformata nella biblioteca del piccolo Comune. “E’ stato commovente ed emozionante vedere dal vivo la casa di Peppino Impastato, ci si rende conto ancora di più come Peppino sia lo Stato, rappresenti quella parte di cittadini che lotta e non si arrende, un esempio ispiratore per tutti noi”, dice Fico uscendo dalla casa. “Insieme ai suoi amici e alla sua famiglia che danno un grande esempio all’Italia e alla Sicilia, anche quella parte della Sicilia che muore per lo Stato”.
Poi incontra gli ex compagni di Peppino Impastato, oggi tutti settantenni. E dice a loro: “Grazie a tutti voi per avere tenuto vivo il ricordo di Peppino Impastato. Vi ringrazio per tutto il lavoro fatto in questi anni. Siete stati anche a voi a permettere” che la sua memoria restasse viva. E ancora: “Vi ringrazio a nome dello Stato italiano. Questa E una giornata importante per tutti noi”, ha concluso il Presidente della Camera. Andando verso l’appartamento che apparteneva a Badalamenti, ha poi aggiunto: “Nella lotta alla mafia c’è ancora tanto da fare e deve essere una priorità per tutti i governi italiani fino ad arrivare a una completa e definitiva vittoria sulla mafia”. “Non ci si può accontentare di piccoli e grandi passi nella lotta alla mafia, perché oggi noi abbiamo una delle legislazioni più avanzate in Europa, abbiamo fatto grandissimi passi ma non ci dobbiamo fermare, perché dobbiamo sconfiggere definitivamente le mafie e questo lo possiamo fare con la cultura e non con la pistola”, ha aggiunto ancora il Presidente della Camera Roberto Fico. “Dobbiamo lottare contro Cosa nostra con la formazione e con investimenti seri è vero dello Stato – dice – e spero che anche in questo periodo così difficile in cui anche i nostri limiti sono venuti a galla si deve avere una visione di paese che sia una scossa in avanti definitiva. Questo è uno dei temi che va affrontato con forza”.
E poi Fico ha ribadito: “E’ stato commovente ed emozionante conoscere questo posto dal vivo visto che l’ho sempre visto solo nei film e ne ho letto sui libri. Vederlo dal vivo ci si rende conto ancora di più quanto Peppino Impastato sia lo Stato e rappresenti i cittadini che lottano per le proprie idee e non si arrendano mai”. Poi all’uscita di Casa Memoria, mentre Fico ripercorre i cento passi, che hanno dato anche il titolo al film sulla vita di Impastato, il sindaco di Cinisi Giangiacomo Palazzolo ha fatto una proposta: “Perché non date un nome alla Biblioteca comunale di Cinisi? Invece di continuare a chiamarla ‘casa Badalamenti’ perché non la chiamare ad esempio ‘Casa 9 maggio’, in onore di Peppino Impastato’, dice al fratello di Peppino Impastato, Giovanni e al Presidente Fico. ucciso da Cosa nostra il 9 maggio del 1978 a Cinisi. Immediata la replica di Fico: “Potrebbe essere un’idea, mi piace”. Poi tutti verso la Biblioteca. E, per concludere la visita, un sopralluogo nel casolare in cui fu ucciso Impastato. Che presto diventerà un museo.