Un’azienda che durante la pandemia, da oltre un anno, è “in prima fila nelle strategie di prevenzione e contrasto del contagio” da Covid, grazie anche al senso di responsabilità dei suoi dipendenti, restati “in prima linea nei momenti più difficili della pandemia”. Maria Bianca Farina, presidente del Consiglio di Amministrazione di Poste Italiane, traccia, con Adnkronos/Labitalia, il quadro di come la più grande infrastruttura in Italia che opera nel recapito, nella logistica, nel settore del risparmio e nei servizi finanziari e assicurativi, abbia reagito di fronte all’emergenza da Covid-19.
“La risposta dell’azienda alla pandemia da Covid-19, tutt’ora in atto, è stata -ricorda Farina- forte e immediata sin dai primi mesi dell’emergenza. Poste Italiane ha messo in atto tutte le azioni a tutela della salute dei dipendenti e dei clienti, garantendo sempre l’erogazione dei servizi essenziali, la presenza fisica e la vicinanza verso cittadini, imprese e istituzioni, specie nelle zone più colpite”. “Poste ha, dunque, confermato di essere un punto di riferimento ineludibile per le comunità, offrendo un sostegno continuo e costante al tessuto sociale ed economico del Paese”, sottolinea la presidente.
Portale e rete logista, ruolo chiave nella campagna vaccinale
Non solo. “L’azienda, da più di un anno in prima fila nelle strategie di prevenzione e contrasto del contagio, ha inoltre -afferma Farina- assunto un ruolo chiave nella realizzazione di una campagna vaccinale senza precedenti, mettendo al servizio del Paese, da un lato, la propria rete logistica per la distribuzione dei vaccini a tutte le Regioni, dall’altro le competenze informatiche e digitali consolidate sviluppando una piattaforma di prenotazione e somministrazione vaccinale che ha dimostrato estrema affidabilità e un consenso più che positivo delle istituzioni e dei cittadini”. “Un ringraziamento sentito va ai dipendenti di Poste che hanno mostrato, ancora una volta, forte attaccamento all’azienda. Il senso di responsabilità che hanno sempre manifestato, anche questa volta li ha spinti a restare in prima linea nei momenti più difficili della pandemia”, ricorda la presidente.
Trasformazione digitale di Poste fattore chiave per l’inclusione sociale
“Un’azienda come Poste Italiane, che assume un ruolo di attore economico e sociale nel territorio, contribuisce fattivamente alla modernizzazione e all’evoluzione tecnologica del Paese sviluppando nuovi prodotti e servizi digitali, rispondendo ai nuovi bisogni dei clienti e alle opportunità offerte dai mutamenti sociali e ambientali. La forza di Poste Italiane è nel saper fondere tradizione e innovazione, presenza fisica e servizi digitali con l’obiettivo di connettere cittadini, imprese e Pubblica amministrazione e contribuire a coprire il gap tecnologico, specie nei territori più periferici del Paese” spiega Farina parlando degli obiettivi dello sviluppo digitale dell’azienda. “Lo sviluppo di soluzioni digitali ha consentito di accelerare la trasformazione in tutti i segmenti di attività con conseguente rafforzamento del ruolo di Poste quale impresa sociale, partner del Governo nell’implementazione di soluzioni al servizio dei cittadini e dei territori”, spiega la presidente. “La trasformazione digitale di Poste, inoltre, dimostra -ricorda Farina- di essere un fattore chiave per l’inclusione sociale, grazie allo sviluppo di nuove modalità di accesso alle informazioni, ai prodotti e ai servizi, aspetto che ha assunto ancora più rilevanza nel periodo di emergenza che stiamo vivendo. Poste Italiane rappresenta, a tutti gli effetti, un motore sempre acceso di innovazione e digitalizzazione in grado di collegare fisicamente e digitalmente tutto il Paese”, osserva.
Donne ai vertici, cambiamento inarrestabile
Un valore che l’Europa ci spinge ad implementare è quello della partecipazione femminile al mercato del lavoro e la presenza di più donne ai vertici. “Si tratta di un cambiamento naturale e inarrestabile, incontrovertibile, e la coscienza comune è ormai largamente consapevole del fatto che, sotto il profilo di genere, uno vale uno”, spiega Maria Bianca Farina, che è presidente di Ania, l’associazione tra le imprese assicurative, e, da aprile 2017, è presidente del Consiglio di Amministrazione di Poste Italiane (il suo mandato a maggio del 2020 è stato rinnovato per un altro triennio). “Il rafforzamento della presenza femminile nel mondo del lavoro -commenta Farina- e, in particolare, nei ranghi gestionali di più alto livello, è sicuramente un tema assai sentito a livello europeo ma che è ormai acquisito anche nel nostro Paese. Se passi importanti devono ancora essere compiuti sia sotto il profilo del comune sentire sia sotto quello legislativo e regolamentare, è un fatto che negli ultimi anni molte siano le donne che sempre più sono state chiamate a ricoprire incarichi una volta destinati solo agli uomini. Il che non toglie che il cammino sia tutt’altro che prossimo al traguardo”. Un cammino che anche la pandemia ha rallentato. “La pandemia da Covid e gli effetti che ha determinato sul mercato del lavoro -sottolinea la presidente di Poste Italiane- sono a testimoniare che, ancora una volta, sono state proprio le donne a pagare il prezzo più elevato in termini di esclusione e marginalizzazione. Personalmente, ritengo che, più che forzature dall’alto, sia la progressiva presa di coscienza generale sul ruolo e le potenzialità del mondo femminile nel mondo del lavoro che contribuirà davvero a far percorre nuovi passi in avanti”.
Italia in ritardo su formazione classe dirigente
“Il tema della formazione della classe dirigente in Italia si è riproposto, finora senza soluzioni soddisfacenti, nel corso degli anni. Al di là delle esigenze proprie dei diversi settori, come politica, pubblica amministrazione, management aziendale pubblico e privato, il nostro Paese si trova ancora nella condizione di dover strutturare percorsi formativi su larga scala. Esistono, naturalmente, scuole di eccellenza che preparano la futura classe dirigente nei vari settori, ma siamo ancora lontani dal raggiungere quella massa critica che serve ad un Paese come il nostro, che deve peraltro recuperare pesanti ritardi”, commenta la presidnte di Poste Italiane che è uno dei membri fondatori della Scuola Politica “Vivere nella Comunità”, percorso formativo che vede coinvolte le eccellenze del nostro Paese, sia nel pubblico che ne privato. “La Scuola di cui mi pregio di far parte -aggiunge la presidente- nasce proprio con l’obiettivo di dare un contributo importante in uno dei settori più complessi ma nevralgici dell’intera architettura decisionale di ogni paese. Si ricorda spesso che, nel passato, esistevano scuole di formazione politica. E si trattava in generale di vere e proprie eccellenze, a prescindere dalle ideologie che ne erano alla base”. “Venuti meno quei percorsi, la ‘politica’, nel senso di partecipazione attiva nei processi decisionali che orientano l’azione di organismi pubblici e privati e la capacità di influenzare, in tal modo, la struttura economica e sociale del Paese, è diventata una terra dove è più facile approdare anche senza specifiche esperienze e preparazione. Il principio della competenza, tornato di grande attualità in questi mesi, è esattamente il filo conduttore del percorso che la nostra istituzione intende proporre”, spiega Farina. Nella Scuola ‘Vivere nella Comunità’ sono coinvolte personalità di rilievo come Sabino Cassese, Pellegrino Capaldo (che ne è il fondatore), Francesco Profumo, Marta Cartabia, Bernardo Mattarella, Gabriele Galateri.
‘Vivere nella Comunità’ progetto per giovani meritevoli’
“Partecipare ad un progetto finalizzato a dare la possibilità a giovani meritevoli di apprendere dalle più autorevoli figure che il nostro Paese esprime, nelle diverse aree di insegnamento della Scuola, è certamente motivo di orgoglio”, commenta Farina. “L’opportunità di condividere il progetto della Scuola e le finalità che la stessa si propone di realizzare con personalità di indiscusso prestigio è certamente di grande interesse e stimolo. È indubbio che l’incontro, il confronto e l’interazione con ‘maestri’ di quel calibro sia il reale e fondamentale valore per i partecipanti ai corsi, nonché fonte di continuo arricchimento per me e per tutti coloro che sono coinvolti nel progetto”, aggiunge. “L’esperienza in realtà importanti come Poste Italiane ha rafforzato la consapevolezza che la formazione e l’acquisizione di solide competenze non solo economiche siano gli strumenti con cui le nuove generazioni possono dare il proprio contributo allo sviluppo e al progresso del Paese. Mai come oggi investire nei giovani è l’unico valore capace di assicurare al sistema Paese basi solide su cui costruire il proprio futuro” dichiara a Maria Bianca Farina. “Formare una nuova classe dirigente autorevole, degna di fiducia, con un rinnovato senso delle istituzioni e con un nuovo spirito di servizio verso tutta la comunità e il nostro Paese, è la missione della Scuola e lo spirito con il quale è stata creata”, aggiunge la presidente. (di Mariangela Pani)