ROMA, INPS FA RETROMARCIA.130MILA EURO DI ERRORI AI DANNI DI ANFFAS OSTIA

    Lo scorso 30 dicembre nella sede dell’Inps Nazionale si è tenuta, dopo numerose di richieste di incontro inviate al Presidente Mastrapasqua, una riunione tra Inps Nazionale e Anffas Ostia, con il supporto dei vertici nazionali della suddetta associazione. “Inps Ostia – spiega il presidente di Anffas Ostia Ilde Plateroti – ha impiegato due anni per riconoscere gli effetti della sentenza 9225/2012 che ha annullato 300 mila euro di richieste di Inps contro Anffas, riuscendo da maggio 2013 a formulare però nuove contestazioni su materie già cancellate dalla sentenza. Si è passati così dalla storica richiesta di 1 centesimo di euro stimato a maggio 2013 a 155mila, poi trasformati in 128mila con pignoramento lampo, salvo poi subire dure sconfitte e sospensioni delle richieste davanti al giudice, arrivando a richiedere 55mila euro su materie del 2008 a dicembre 2013. Dopo l’incontro finalmente scopriamo che le contestazioni di Inps passano a 26mila euro e quindi a definitivi 14mila euro. Peraltro già pagati da Anffas con cessioni di crediti verso Asl nel 2008, legali. Tutto finito? Nemmeno per sogno. È notizia di oggi: esisterebbero anche ulteriori sanzioni sulle sanzioni con prossima emissione di nuovi Durc negativi. Tutto comunicato telefonicamente senza alcun avviso formale. I comportamenti di Inps Ostia e di alcuni funzionari sono sempre più anomali. Evidentemente il tavolo non è servito a nulla”. “Tre problemi – sottolinea il direttore generale, Stefano Galloni -. Il primo: Anffas Ostia non ha alcun debito nei confronti di Inps avendo utilizzato una procedura prevista per legge, la n.426 del dicembre 1991 (articolo 3) che dà la possibilità alle Onlus convenzionate con il sistema sanitario regionale di cedere i crediti vantati, in questo caso con la Asl Roma D, per il saldo dei contributi Inps. Il secondo: le partite che l’Inps pretende sono scadute e quindi non dovute. Inps avrebbe semmai dovuto impugnare quelle fatture se non pagate dalla Asl Roma D entro il 31 dicembre 2012, un anno fa, come prevede la legge 122 del 2010. Il terzo: su parte degli erronei 55mila euro pendeva già una sentenza passata in giudicato del 2011 che Inps per due anni ha fatto finta di dimenticare, sentenza mai impugnata da Inps stessa. È da notare che la prima rettifica sulla cifra è stata emessa alle 5 del mattino di sabato 28 Dicembre 2013 senza che il 30 Anffas Ostia venisse avvertita neanche al tavolo con Inps. Mentre la seconda rettifica sulla cifra da pagare è del 2 gennaio”. 

    “In pratica – sottolinea il presidente Anffas Ostia Ilde Plateroti – si scopre che Inps dopo numerose cartelle esattoriali inviate una da 300mila euro e una da 150mila, l’emissione di Durc negativi che hanno bloccato la riscossione dei crediti nei confronti degli enti pubblici per le prestazioni già erogate e le numerose battaglie legali che hanno sempre vista soccombere l’istituto, avrebbe un credito nei nostri confronti di soli 14mila euro, saldati però da Anffas Ostia attraverso la cessione del credito dell’Asl Roma D e che Inps non ha preteso nei termini di legge. E che ci sarebbero sanzioni sulle sanzioni. Non so se ci sia dolo dietro questo atteggiamento, lo deciderà il giudice viste le querele inviate ai dirigenti Inps delle sedi di Ostia. Ma certo qualcuno pagherà per i danni che ci ha creato. Se la squadra di Anffas, attraverso le capacità gestionale del nostro Direttore Generale Stefano Galloni non avesse saputo gestire bene anche 1 centesimo, con tutte le rimesse bloccate a causa di Inps, avremmo potuto vedere distrutto un Ente il cui valore morale e professionale è sotto gli occhi di tutti. Stesso dsicorso vale per l’encomiabile lavoro dell’Avv. Deiana che ha fatto valere davanti alla legge i nostri diritti, bloccando le azioni di Inps Ostia”. “I tempi infiniti e le contestazioni dilatate nel tempo – conclude Ilde Plateroti – avrebbero potuto far insorgere gli operatori di Anffas contro l’associazione, se alle indennità sospese a causa dell’emissione dei Durc negativi si fossero aggiunti stipendi non pagati, vitali per la sopravvivenza delle famiglie degli operatori e quindi dell’erogazione dei servizi a disabili gravi. Sono orgogliosa del gioco di squadra e di come tutti i ragazzi abbiano da sempre creduto alle nostre parole e alle nostre ragioni.  Eravamo, siamo e saremo in linea con tutti i pagamenti. Rimaniamo una grande squadra, chi ha sbagliato non rimarrà impunito. Sanzioni su sanzioni pur essendo tutto regolare? Ai danni saranno aggiunti altri danni e nei modi prescritti dalla legge”.  Una buona notizia dunque per tutte le famiglie, gli operatori e i lavoratori che gravitano intorno all’Anffas, che potrà continuare nonostante le difficoltà, ad esercitare il proprio ruolo di assistenza ai disabili.