“Penso che in questo momento sia giusto andare a fondo, capire tutte le contraddizioni, da magistrato e cittadino aspetto che si faccia piena chiarezza su questa vicenda”. Lo ha detto Sebastiano Ardita, magistrato e consigliere del Csm, ospite di ‘Non è l’Arena’, parlando a proposito della vicenda che lo vede coinvolto nei verbali dell’avvocato Piero Amara riguardati la presunta loggia segreta ‘Ungheria’.
“Io sto molto bene, non mi ero mai abituato all’idea di un attentato all’integrità morale, avendo una vita assolutamente lineare e trasparente non temo questo attacco”, ha spiegato. E poi: “Può capitare nella vita professionale di essere oggetto anche di una calunnia, quello che è più grave è trovarsi al centro di circostanze che devono essere chiarite, che vanno dall’imbustamento della calunnia all’interno di un plico mandato ai giornali e anche a Di Matteo fino a una serie di situazioni informali che vanno ancora tutte chiarite”.
“Stento a credere che Marcella Contrafatto possa aver partecipato ad un’azione del genere”, ha detto Ardita rispondendo alla domanda se possa essere stata la funzionaria Marcella Contrafatto a far recapitare i verbali dell’avvocato Amara ai giornalisti.
Ardita racconta poi un particolare: “Siamo nel Natale che precede il lockdown, bussano alla mia porta nell’ufficio del Consiglio: era la signora Contrafatto, aveva in mano un oggettino di cristallo che le avevo regalato, mi guarda con gli occhi lucidi dicendo ‘dottore lei è l’unico consigliere che mi ha pensato, io questo non lo dimenticherò’. Per questo e anche per altre ragioni che non sto qui a raccontare, io ho sempre visto negli occhi di Marcella Contrafatto un atteggiamento, uno sguardo di affettuosa riconoscenza nei miei confronti. Francamente, non riesco a vederla nel ruolo di chi imbusta una calunnia e la manda al dottor Di Matteo e ai giornali contro di me”.
E se fosse stata davvero la Contrafatto? “La perdonerei”, ha risposto Ardita, “in tutta la mia vita non ho mai fatto nulla contro qualcuno che è più debole di me. Quindi la perdonerei sicuramente”.