“Per il wedding il governo sta prendendo decisioni senza sapere in cosa consista il nostro lavoro. Anche se il settore wedding dovesse riaprire domani, non cambia di molto la nostra situazione. Per pianificare un matrimonio, andiamo da un minimo di 6 mesi fino a oltre un anno”. Lo dice all’Adnkronos/Labitalia Stefania Arrigoni, fondatore Assowedding, l’organizzazione, punto di riferimento a livello nazionale nel settore del wedding, che offre anche un percorso formativo propedeutico all’esame di certificazione professionale.
“Molti – sottolinea – cominciano un anno e mezzo prima della data del matrimonio a chiedere informazioni, soprattutto se ci si vuole sposare in qualche location importante. E’ dunque una tempistica che dobbiamo tenere in considerazione; tuttavia, il governo non ha la minima idea di cosa significa organizzare un matrimonio”.
“Ovviamente – afferma – non mi riferisco solo ai wedding planner, ma a tutte le 90mila aziende che fanno parte di questo comparto: dalle location, al fotografo fino ad arrivare ai fioristi. Solo in Lombardia – fa notare – da metà maggio fino a fine ottobre un fornitore del comparto dj ha 60 matrimoni, inventandosi una formula di animazione senza però fare balli per evitare assembramenti”.
“Il 90% dei matrimoni – ricorda – anche quest’anno è stato rimandato. Certo ci si può sposare, ma con il coprifuoco alle 22 non ha senso organizzare una festa con il wedding planner. Inoltre noi stiamo preparando dei protocolli di sicurezza per evitare che si creino situazioni di contagio durante i matrimoni con tutti i limiti del caso, eppure in aereo si viaggia attaccati a perfetti sconosciuti. Si viaggia stipati, eppure non è permesso invitare amici e parenti che comunque si conoscono al matrimonio. E’ assurdo, visto poi che si possono anche organizzare cerimonie e feste all’aperto”.
Anche per Francesca Fantoni che, c
on ‘Effetti luxury weddings & events’, organizza e celebra matrimoni per coppie gay italiane e straniere, in Italia “Nel 2021 il settore wedding è fermo così come lo è stato nel 2020. Anche se si dovesse riaprire domani, possiamo ‘salvare’ due forse tre eventi, ma nulla di più. Organizzare un matrimonio non significa solo cerimonia, ma festa, fiori, fotografie, tutto un mondo che fa parte del settore del wedding”.
“Si riapre, certo, ma – fa notare – bisogna vedere le modalità: non sono molte le persone che hanno voglia di sposarsi con la mascherina, magari dopo aver speso 250 euro per il trucco. Certo se si ha necessità di formalizzare il matrimonio in Comune non c’è bisogno di aspettare le decisioni del governo, ma se si vuole fare una festa i tempi li vedo molto, troppo lunghi”.
“Come organizzatori di matrimoni per stranieri – avverte – il nostro problema è dato dal fatto che ancora non possono venire in Italia con regole certe. Il problema è la normativa dei viaggi: ancora oggi non si sa quando e in quali condizioni possono atterrare in Italia, tra vaccini, tamponi e quarantene. Servirebbe un lavoro di coordinamento europeo e mondiale – auspica Francesca Fantoni – a livello di cabina di regia per poter stabilire regole chiare e uguali per tutti, altrimenti oltre al turismo il nostro Paese rischia di essere una meta da eliminare anche per sposarsi”.