Vaccini anti Covid ai bambini, quando e perché? Di quali dati disponiamo in merito all’efficacia e alla sicurezza in età pediatrica? È davvero utile vaccinare bambini e adolescenti, dal momento che in queste fasce di età la malattia è raramente grave? A rispondere agli interrogativi più frequenti sulla possibilità di vaccinare i più piccoli contro Covid 19 è l’ordine dei medici attraverso ‘Dottoremaeveroche’, il sito anti fake news della Federazione nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e odontoiatri (Fnomceo).
“Tutti i vaccini contro Covid-19 autorizzati fino a oggi – ricordano i medici – sono stati approvati per la somministrazione a persone di età superiore ai 18 anni. Fa eccezione il vaccino Pfizer/BioNtech, il cui utilizzo nella fascia di età fra 16 e 18 anni è stato approvato dalle principali agenzie regolatorie, tra cui Agenzia italiana del farmaco (Aifa) e la Fda, l’ente che disciplina l’approvazione dei medicinali negli Stati Uniti”. Ma i vaccini approvati sono sicuri se usati nei bambini? “La popolazione in età pediatrica – si legge sul portale Fnomceo – è una popolazione eterogenea, con caratteristiche fisiologiche ed esigenze di sviluppo distinte non solo da quelle della popolazione adulta, ma diverse anche a seconda delle varie fasce di età. Come ha sottolineato Beth Thielen, specialista in infettivologia pediatrica presso l’Università del Minnesota, quando si tratta di valutare un vaccino (e in generale qualsiasi farmaco) sui bambini, si tende a essere molto più cauti per evitare di esporre i più piccoli a rischi inutili”.
“Prima di avviare degli studi su bambini e adolescenti è stato necessario svolgerne su persone di età adulta e così è stato fatto. Gli studi sono dunque partiti più tardi – chiarisce Fnomceo – ed è questa la ragione per cui ancora non abbiamo dati a sufficienza sull’efficacia e la sicurezza dell’impiego dei vaccini per la Covid-19 in età pediatrica”.
“Gli unici dati attualmente disponibili sull’efficacia e la sicurezza di un vaccino per Covid-19 nei bambini e negli adolescenti – chiariscono gli esperti su ‘Dottoremaeveroche’ – sono quelli anticipati alle agenzie regolatorie da Pfizer/BioNTech a seguito degli studi clinici realizzati nella fascia di età compresa fra 12 e 15 anni. Si tratta – spiegano i medici – di dati ancora non pubblicati su riviste scientifiche: il percorso di approvazione e pubblicazione di documenti così complessi è spesso abbastanza lungo. Considerata l’importanza della questione, però, l’azienda produttrice non ha atteso la pubblicazione ufficiale e ha chiesto alle agenzie regolatorie l’approvazione per l’uso di emergenza. I dati anticipati dall’azienda produttrice – riporta il sito Fnomceo – ci dicono che il vaccino è stato somministrato a 1.131 ragazzini e che nessuno di loro si è ammalato di Covid-19. Di contro, tra i 1.129 loro coetanei ai quali è stata fatta un’iniezione di una sostanza inerte (placebo) si sono verificati 18 casi di Covid-19. I risultati sono sicuramente incoraggianti”.
Perché non vaccinare allora anche i bambini più piccoli? “Al momento sono in corso diversi studi anche nelle fasce di età inferiori. Pfizer/BioNTech ha avviato studi clinici su bambini di età compresa fra 6 mesi e 12 anni nel marzo 2021: nel caso in cui i risultati fossero disponibili nella seconda metà di quest’anno chiarisce Fnomceo – l’azienda prevede di ottenere l’autorizzazione all’impiego del suo vaccino nei bambini con meno di 12 anni già nel 2022. Anche la casa farmaceutica Moderna – ricordano gli specialisti – ha avviato degli studi clinici (progetto denominato KidCove) circa un mese fa, ma i primi dati sono attesi solo nel 2023”.
Ma è davvero necessario vaccinare i bambini contro Covid-19? “Sebbene siano considerati a basso rischio di sviluppare forme gravi di Covid-19, anche bambini e adolescenti – ricordano i medici – possono trasmettere il virus e contribuire quindi alla diffusione del contagio. Se è possibile che nelle prime fasi della pandemia sia stato sottostimato il numero di positivi nella popolazione in età pediatrica (dove le forme asintomatiche della malattia sono più comuni), più recentemente infatti è stato dimostrato – si sottolinea sul portale Fnomceo – che i bambini non sono più protetti degli adulti dal contagio di SARS-CoV-2 e che potrebbero essere potenziali diffusori tanto quanto i loro genitori, specialmente nel contesto domestico. Non vanno sottovalutati – sottolineano poi gli esperti – neanche i rischi degli effetti a lungo termine”.
E comunque in alcuni casi anche i bambini possono essere colpiti dal Covid in forma grave. “Uno studio europeo pubblicato a giugno dello scorso anno sulla rivista scientifica The Lancet Child and Adolescent Health – si legge sul sito Fnomceo – ha dimostrato che, sebbene Covid-19 passi quasi inosservata nella maggior parte della popolazione pediatrica, una piccola percentuale (8%) dei bambini contagiati sviluppa una forma della malattia che richiede il ricovero in ospedale e talvolta anche il ricorso alla ventilazione meccanica. Anche dai dati raccolti in Italia – ricorda il portale – è emerso che i bambini tendono a contrarre forme lievi di Covid-19, ma la bassissima età (meno di un anno) e la presenza di altre patologie preesistenti nel piccolo paziente aumentano il rischio di sviluppare gravi complicazioni da SarS-CoV-2 che, in casi rari, possono portare anche alla morte”.
“Sarebbe dunque ancora più auspicabile avere un vaccino efficace e soprattutto sicuro per la Covid-19 nei bambini per proteggere i più fragili dal rischio di ammalarsi gravemente”. Quando? “Le previsioni più ottimistiche fissano nel prossimo autunno il momento in cui si potranno avere i primi vaccini da utilizzare su bambini e adolescenti, un traguardo che fra le altre cose – concludono i medici – avrebbe un impatto positivo anche sulla riapertura in sicurezza delle scuole”.