La procura di Francoforte e l’Anticrimine federale in Germania hanno annunciato ieri l’operazione che ha smantellato la Boystown, una rete internazionale di scambio di materiale pedopornografico su Darknet.Esisteva dal giugno 2019 e contava circa 400 mila adepti. Mesi di indagini avvenute in collaborazione con gli organi investigativi esteri di Olanda, Svezia, Australia e Canada e sotto il coordinamento dell’Europol. Un enorme successo di cui il governo tedesco e il ministro dell’Interno Horst Seehofer si sono detti molto soddisfatti.
La Boystown era accessibile sul darknet grazie a un server sito in Moldavia. Era una delle maggiori piattaforme on-line di pedofili al mondo. Detta in italiano la darknet è una “Rete scura” ovvero una rete virtuale e privata, dove gli utenti si connettono esclusivamente con persone di cui si fidano. Una darknet può significare in senso esteso una qualsiasi tipologia di gruppo chiuso e privato di persone che comunicano e con l’uso delle reti in condivisione di file. Infatti, prima del libero accesso della rete internet esistevano già negli anni Settanta reti isolate dette Arpanet, una proto-Internet, per motivi di sicurezza. Era lo sviluppo di nuove tecnologie ad uso militare di cui anche gli universitari potevano farne uso. Una forma diciamo “primitiva” di comunicazione dalla quale poi negli anni Ottanta si sviluppa la progettazione della rete globale che collega tutta la Terra con internet.
Le darknet sono in grado di ricevere dati dalle altre reti, ma gli indirizzi non sono visualizzabili dall’esterno, e non rispondono a richieste di comunicazione, e possono essere usate per varie ragioni, per proteggere meglio la privacy e altre tutele e garanzie politiche, civili, commerciali e di prevenzione di crimini e illegalità.
Non sicuramente per scambiarsi materiale pedopornografico e i dettagli sulla Boystown sono veramente agghiaccianti. La rete era gestita in modo tale – hanno spiegato gli inquirenti – che gli organizzatori catalogavano il materiale, video e immagini, indirizzando i clienti verso le fasce di età delle piccole vittime e le tipologie di abusi. Apparivano video di violenze estremamente gravi commesse su bambini anche molto piccoli. L’inchiesta ha portato al momento, all’arresto di quattro uomini, tutti di cittadinanza tedesca, tre amministratori della piattaforma, un utente, tra questi un un 58 enne tedesco era da anni residente in America del sud. A metà aprile erano state ordinate delle perquisizioni in sette immobili fra tre regioni: Baviera, Nordreno-Vetstfalia e la città stato di Amburgo.
Gli inquirenti fanno tutto il possibile per difendere i bambini da questi crimini immondi, ed anche se non ci potrà essere l’arresto di 400 mila persone, la procuratrice della Centrale per il contrasto dei crimini su internet (Zit), istituita nel 2010 presso la BKA – Bundeskriminalamt, che è in prima linea nell’inchiesta, precisa che insieme alla piattaforma sono state sequestrate anche le chat private, sottolineando che c’è da aspettarsi che lo scambio del materiale pedopornografico si riverserà anche su altri canali.