Rischia una condanna fino a 75 anni Derek Chauvin, l’ex poliziotto che ieri la giuria di Minneapolis ha indicato come colpevole per l’omicidio di George Floyd. Subito dopo la lettura del verdetto, Chauvin, che era libero su cauzione, è stato arrestato e trasferito alla prigione di Oak Park Heights in Minnesota dove aspetterà la sentenza del giudice Peter Cahill che arriverà nelle prossime settimane.
I procuratori del Minnesota avevano incriminato Chauvin sia di omicidio preterintenzionale che di omicidio colposo, per aumentare la possibilità che venisse condannato. In 10 ore di camera di consiglio, la giuria ha raggiunto l’unanimità sulla colpevolezza per tutti e tre i capi di imputazione. L’accusa più grave, omicidio preterintenzionale, prevede una pena di 40 anni, mentre le altre due accuse di omicidio colposo, di diversa gravità, prevedono pene di 25 e 10 anni.
Cahill potrà decidere se il condannato, che ha 45 anni, potrà cumulare le pene o dovrà scontarle in modo consecutivo, e in questo caso allora arriverrebbe ai 75 anni di carcere. Gli esperti legali sottolineano come giocheranno un fattore determinante nella decisione del giudice diverse “aggravanti”, tra le quali la particolare crudeltà mostrata da Chauvin, che ha infierito su un uomo immobilizzato e che implorava di farlo respirare.
Un’altra aggravante è costituta dal fatto che il crimine è stato commesso di fronte a due minorenni, una delle quali ha ripreso il video dell’assassinio che ha fatto il giro del mondo e ha fatto scoppiare la protesta in America. E nel processo è diventato la prova schiacciante della colpevolezza dell’ex agente che ha soffocato il 46enne afroamericano tenendo il ginocchio premuto sul collo per oltre 9 minuti.
Sono stati questi i fattori determinanti che hanno reso Chauvin uno dei pochissimi poliziotti americani condannati per un omicidio commesso mentre erano in servizio. “La difesa si è trovata incastrata, doveva presentare un caso ragionevole, ma il problema era che non è possibile spiegare in modo ragionevole il comportamento di Chauvin”, ha dichiarato al Washington Post Philip Stinson, un criminologo della Bowling Green State University che studia i casi di arresti di poliziotti.
Negli Stati Uniti la polizia uccide circa mille persone all’anno, secondo le stime del Post. In maggioranza si tratta di persone armate e quindi la reazione della polizia è giustificata, e nel caso di incriminazione, meno della metà degli agenti viene condannata, spesso non per omicidio.