Il coprifuoco alle 23 in Italia in vista delle riaperture del 26 aprile? Niente da fare, per ora “resta alle 22”. Questa l’indicazione del ministro Roberto Speranza, ieri nel corso dell’incontro con le Regioni. Ma la decisione del governo – che come ha spiegato stamane il ministro Mariastella Gelmini arriva dopo aver ascoltato sul tema “il Cts e perché questo ritorno a regole normali deve essere graduale per evitare impennate del virus” – non piace a tutti i governatori, che sperano in un cambio di passo già oggi in Cdm, dove in discussione sarà il nuovo decreto Covid.
In particolare, dopo la richiesta di ieri al governo di posticipare l’orario del coprifuoco almeno alle 23, è il presidente del Friuli Venezia Giulia e della Conferenza delle Regioni Massimiliano Fedriga a insistere. “C’è un’interlocuzione con il governo, la Conferenza delle Regioni propone di ampliare il coprifuoco di un’ora così da permettere alle attività di avere un minimo di respiro”, ha spiegato oggi a ‘Radio Capital’. E rilancia: “Le Regioni hanno elaborato linee guida anche per attività al chiuso. Speriamo di ripartire con la ristorazione al chiuso prima dell’1 giugno. Poi su questo decide il governo”.
“Io metterei il coprifuoco alle 23 ma sono dettagli, si è trovato un buon compromesso che potrebbe essere migliorato già oggi”, le parole di Stefano Bonaccini, presidente della Regione Emilia-Romagna, intervenendo a SkyTg 24 Buongiorno sul decreto ‘Riaperture’.
Per il governatore del Lazio Nicola Zingaretti, invece, “ogni misura deve essere dentro una strategia organica. Se il Governo indica le 22, credo sia la scelta giusta. Non si possono giudicare le misure separate da una strategia di contenimento e di rispetto delle regole che permette di ritornare alla vita ma con attenzione”, ha detto a Radio 24.
Intanto, però, precisa il ministro Stefano Patuanelli parlando del Cdm di oggi a Rai News 24, “non ci sarà la discussione sul coprifuoco “. In ogni caso, ha aggiunto, sarebbe sbagliato discutere se alle 22 o alle 23 perché sulle aperture “ora c’è processo graduale, un percorso con date e tappe che vanno affrontate in questo modo mentre prosegue il piano vaccinale”.
A mettere nero su bianco le richieste delle regioni al governo era stato il governatore della Liguria Giovanni Toti su Facebook. “Posticipare il coprifuoco almeno fino alle 23, altrimenti sarà inutile aprire i ristoranti la sera. Consentire di pranzare e cenare anche al chiuso, con le regole già previste per le zone gialle”, elencava in vista del prossimo decreto.
Tra le ipotesi, anche quella di “aumentare la didattica in presenza anche per le scuole secondarie, ma compatibilmente al sistema dei trasporti pubblici – scriveva Toti -. Non ci sono autobus da comprare sul mercato, anche se il Governo stanziasse i fondi. Dare la possibilità alle palestre di svolgere attività individuali”.
E ancora: “Approvare al più presto le linee guida e le possibili date di ripartenza per fiere, congressi ed eventi come matrimoni e altre celebrazioni – concludeva Toti – suggerimenti di buonsenso e compatibili, a nostro avviso, con la situazione del Covid. Speriamo vengano accolte”. Ma per il coprifuoco, almeno per ora, nulla di fatto.