Sviluppare nuove soluzioni per i pazienti che vivono con carcinoma epatocellulare – una delle prime cause di morti oncologiche al mondo – e i bisogni ancora non soddisfatti nella gestione della patologia, attraverso il coinvolgimento multidisciplinare degli specialisti. Questo l’obiettivo di “Hack for HCC”, l’Hackathon promosso da Roche, in collaborazione con H-Farm, che ha visto la partecipazione di oltre 70 esperti, provenienti dai maggiori centri clinici e di ricerca italiani.
Il carcinoma epatocellulare – ricorda una nota di Roche – rappresenta una delle patologie oncologiche più aggressive e per il quale sono disponibili limitate opzioni di trattamento. In Italia, secondo i dati di Airtum, nel 2020 sono attese circa 13.000 nuove diagnosi di tumore al fegato, di cui 75-85% Hcc, con 7800 decessi. “La gestione multidisciplinare del paziente affetto da epatocarcinoma è fondamentale perché, grazie alle nuove possibilità terapeutiche, si è allungata la durata di malattia rispetto al passato, soprattutto grazie alla diagnosi precoce. Per questi pazienti sono necessari diversi approcci terapeutici a seconda della fase della malattia ed il supporto di professionisti come epatologi, chirurghi, oncologi e radiologi”, afferma Filomena Morisco, professore ordinario in Gastroenterologia e direttore della Scuola di Specializzazione in malattie dell’apparato digerente all’Università di Napoli Federico II.
” Tra le sfide dell’Hackathon – sottolinea – supportare al meglio i team multidisciplinari italiani; i grandi centri infatti possono essere strutturalmente pronti per gestire anche le terapie più innovative, ma spesso manca la condivisione multidisciplinare. Un’altra sfida affrontata è stata quella relativa alla formazione degli specialisti, sempre più importante in un contesto terapeutico in rapida evoluzione come quello dell’epatocarcinoma”.