L’estasi del palato passa attraverso 4 ingredienti, semplici che, rispetto all’evoluzione culinaria, oggi potremmo definire addirittura poveri: guanciale, uovo, pecorino e pepe. Il tutto, per condire la pasta che, a scelta, può variare tra gli spaghetti ed i rigatoni, evidentemente cotti nell’acqua salata.
I puristi, giustamente, usano contare un uovo a persona, più uno, come si dice a Roma, per la padella. Il resto è l’attitudine e la mano del cuoco – non chef – che deve riuscire a miscelare questi pochi elementi, trasformandoli in quel primo piatto, che oggi affascina ed ingolosisce oltre un miliardo di persone in tutto il pianeta.
La Carbonara, una ricetta le cui origini si tramandano fra storia e ‘leggenda Usa’
Stiamo parlando della Carbonara che, insieme all’Amatriciana, esalta e nobilita la cucina laziale. In particolare, la Carbonara, accompagna da almeno un secolo la cucina casalinga della Capitale, esercitando anche un potere aggregante, per la sua naturale vocazione alla condivisione.
In realtà le sue origini restano ancora oggi sconosciute, questo perché, nel 1930, nel redigere il primo manuale della cucina romana, la scrittrice Ada Boni non menzionò la carbonara. Di qui l’ipotesi (per la verità surreale), che la ricetta sia nata dopo, in occasione della Liberazione quando, con i mercati e le botteghe vuote, qualcuno miscelò le razioni personali, che i soldati americani regalavano alla popolazione affamata di Roma: bacon e uovo in polvere. Pepe e pecorino, erano il tocco locale per tradurre in gusto l’intruglio esotico. Una storia ancora oggi, molto ‘fantasiosa‘ resa però credibile dalla Barilla la quale (per ovvi motivi di mercato), ha strizzato gli occhi agli Usa, producendo un documentario dove avalla il suggestivo ‘incontro culinario’ fra gli alleati e la popolazione romana.
La Carbonara, la ‘mano abruzzese’ dietro il piatto rielaborato dai carbonai romani
Tuttavia, così come per l’Amatriciana, che la tradizione vuole come frutto della pratica cucina dei pastori abruzzesi, anche la carbonara avrebbe origini marsicane, quale derivazione della popolare ricetta ‘cace e ove’. Sembra infatti che siano stati alcuni carbonai romani, antifrancesi (come quelli catanesi narrati dal Verga), rifugiatisi nei monti abruzzesi, ad elaborare questo piatto, semplice e nutriente. Poi, una volta tornati nella Capitale, alcuni di loro aprirono delle osterie, dove servivano questo primo piatto, per appunto, definito alla ‘Carbonara’.
La preziosa ‘testimonianza filmica’ del regista e storico Gigi Magni
Ad avvalorare questa tesi, uno degli ultimi film girati dal grande regista e storico romano, Gigi Magni, che intitolò ‘La Carbonara’, la pellicola dedicata ai moti romani negli anni dello Stato Pontificio.
Carbonara: da 5 anni il mondo la celebra sui social confrontando puristi ed innovatori
Ad ogni modo, come dicevamo, tra puristi ed innovatori – puntualmente esecrati – oggi questo piatto esercita nel mondo un’appeal unico, come testimonia il V anno del Carbonara Day. Un evento social, quello che cade oggi, capace di generare da solo qualcosa come circa un milione e mezzo di contenuti solo su Instagram con l’hashtag #Carbonara.
Organizzato dai pastai di Unione Italiana Food, e supportato da IPO, oggi il #CarbonaraDay rappresenta un evento particolarmente atteso ed amato dai media, cuochi e food influencer, mai stanchi di confrontarsi su questo straordinario primo piatto.
Per capire cosa rappresenta nella Capitale, dopo aver indossato un giubbotto antiproiettili, provate a servire ad un romano una carbonara cotta con la pancetta…
Max