Settecento anni fa la presenza della malaria era diffusa in precise aree d’Italia e sembra accertato causò la morte di Dante Alighieri, a Ravenna, dove è tumulato.
Raffaele Panico
Nel 2020 in occasione dell’Istituzione della giornata Dantedì, poi avvenuta il 25 marzo 2021, il confinamento o lockdown causa covid ha segnato l’avvio delle celebrazioni. La morte di Dante era sopraggiunta il 14 settembre 1321, a Ravenna, dopo giorni di febbri malariche. Dante Alighieri era nato si presume, il 22 maggio 1265 la data più credibile. Questa è dovuta ad alcune allusioni autobiografiche da lui portate nella “Vita Nova” e in un canto dell’Inferno. In alcuni versi del “Paradiso” appare certo sia nato sotto il segno zodiacale dei Gemelli. D’altra parte se certa è la data della dipartita, incerta come una volta era la paternità, è la data della nascita quando non vi erano registrazioni presso l’anagrafe comunale e soltanto lo “stato delle anime” stilato quando avveniva con pennino ed inchiostro dal prete della parrocchia. Questa morte per epidemia malarica è più che probabile, storicamente è verosimile, anche se allora non vi era il referto del medico legale, e non è giunto a noi oggi un atto notarile.Sul tema specifico, il rapporto di Dante con il futuro e il divino è interessante riportare questi versi della Divina Commedia in cui si evince è – il futuro – il tempo cui aspirano gli uomini e la loro storia, ma il futuro solo appartiene a Dio, citando i versi del Paradiso, canto XXXIII, si legge:
“Oh abbondante grazia ond’io presunsi/
ficcar lo viso per la luce etterna,/
tanto che la veduta vi consunsi!/
Nel suo profondo vidi che s’interna,/
legato con amore in un volume,/
ciò che per l’universo si squaderna:/
sustanze e accidenti e lor costume/
quasi conflati insieme, per tal modo/
che ciò ch’i’ dico è un semplice lume./
Settecento anni dunque ma la Divina Commedia sembra più attuale che mai. Siamo certi dell’anno di nascita di Dante è il 1265, ma come rabdomanti cerchiamo una data – credibile – forse il 22 maggio. Certi siamo della morte il 14 settembre 1321, probabile causa la malaria. Viene in soccorso però in questa ricerca maieutica la scienza storica. E i tre gradi, al fine dell’analisi e verifica procedurale del grado di accertamento della verità per la scienza storica che sono: credibile; probabile; verosimile, e infine la verità storica. Bloch ci insegna che si lavora anche sulla menzogna parte rilevante al fine della procedura. Trattasi dei “Testimoni loro malgrado”. Qui si apre un nuovo percorso di idee e progettualità. Far ripartire una crescita e un’evoluzione culturale, e investire pertanto nella scuola, nella ricerca, per far crescere le nuove generazioni con la capacità di scegliere con proprie capacità e poter ragionare in modo critico. E altrettanto andrebbe divulgata questa evoluzione culturale alle masse, come medicina ed antidoto all’alienazione quotidiana, con una serie TV semplice diretta quasi una conversazione familiare e non oltre 30 minuti, somministrata due volte al dì, di quotidiana divulgazione, dal titolo “A Scuola con Marc Bloch” e la rilettura dei grandi Poeti. Brevi puntate ripetute quando non viste, come gli esami a settembre. A lezione da Bloch, sulla sua vita e le sue opere quali Apologia della storia o Mestiere di storico o I re taumaturghi saggi fondamentali dello storico francese Bloch un grande della prima metà del XX secolo, morto eliminato dai nazisti nel 1944.
Torniamo in Italia e alle vicende terrene di Dante, la Patria chiamata con l’uso di metonimia terra dei tre fiumi sacri, il Tevere, l’Arno, e il Po, oltre le isole maggiori bagnate dal mare. Nel caso della morte di Dante Alighieri dobbiamo pensare a una causa endemica, dal momento che attraversare un territorio paludoso, come le Valli di Comacchio nell’estate del 1321, significava incorrere facilmente nell’infestante malaria; una malattia con diffusione delimitata nello spazio. Allora non se ne conoscevano le cause, ma era persistente in zone paludose nel periodo da aprile ad ottobre all’incirca. Poteva colpire un numero di individui nettamente superiore a una media stagionale quanta più popolazione migrava o si portava in quell’area, in quel periodo di tempo, e in quella zona. Cosa che poteva e può originare una impennata improvvisa e straordinaria divenendo malattia epidemica quando il contagio è ciclico in un determinato sito o popolazione. Il numero degli individui ammalati non ha fluttuazioni particolari nei periodi di tempo sottoposti ad endemia, ad esempio, nelle paludi pontine nel Settecento, dove stabilmente nelle aree a rischio erano presenti poche centinaia di individui, stimate in mai più di 800 circa. Solo quando un’epidemia presenta un’amplissima diffusione e si propaga contemporaneamente in diversi Paesi e continenti si tratta invece di Pandemia.
Motivo dello spostamento di Dante in una zona ad alto rischio. La causa era un lavoro diplomatico da portare a compimento. Dante era stato inviato dalla città di Ravenna, da Guido da Polenta, come ambasciatore a Venezia per dirimere una controversia tra le due città, e sulla via del ritorno veniva colto da febbri malariche. Fortuna vuole che aveva da poco terminato la cantica del Paradiso, e se ne andava nella notte tra il 13 e il 14 settembre del 1321, lasciando all’Italia e al mondo la sua Commedia che ancora giudichiamo Divina.
Curiosità. Il volto di Dante Alighieri compare su diverse monete e banconote, in collezioni numismatiche oggi, nel corso dell’emissione delle Lire italiane. Appare ancora oggi sulla moneta italiana in circolazione da 2 euro. E compariva anche nelle monete da 2 Lire della Repubblica di San Marino.
Per dare significato alla commemorazione attraverso la Storia, come scienza storica di più storie e discipline vogliamo ricordiamo questo passo di Marc Bloch, nell’Introduzione ad “Apologia della storia”: “Papà, spiegami allora a cosa serve la storia” Così un giovinetto, che mi è molto caro, interrogava, qualche anno fa, uno storico. Del libro che si leggerà, vorrei poter dire che è la mia risposta”.