In attesa di una sua pronuncia su un ricorso urgente. L’atto di sospensione è infatti la conseguenza della mozione presentata dall’economista Lucke, uno dei fondatori dell’AfD: “alcuni Stati dell’Ue potrebbero non essere in grado di ripagare la loro quota di debito, che così potrebbe finire a carico dei Paesi “creditori”.
Raffaele Panico
Il punto è questo: al momento sono 13 i Paesi che hanno dato il via libera sulle risorse. Tra i primi annoveriamo i Parlamenti di Italia, Francia, Croazia, Malta e Slovenia, Cipro, Portogallo e Bulgaria, e sono otto. Negli ultimi giorni il via libera era arrivato anche da Spagna, Belgio, Grecia, Lussemburgo e Lettonia, arrivando pertanto a 13 i Paesi membri che hanno completato la procedura. Nelle scorse settimane Bruxelles aveva più volte sollecitato i Paesi a completare la ratifica entro la fine di marzo, per rendere disponibili le prime risorse a fondo perduto del Recovery, prima dell’estate. E mancano ancora al momento i Parlamenti di 14 Stati membri, sui 27.Ed oggi i giudici della Corte Suprema sono intervenuti con una risoluzione che non autorizza il presidente tedesco Steinmeier a firmare la legge, già approvata in via definitiva dal Parlamento tedesco, sul programma di aiuti da 750 miliardi di euro. L’atto di sospensione è la conseguenza della mozione presentata dall’economista Lucke, uno dei fondatori dell’AfD. La tesi dell’economista Lucke è così sintetizzata: alcuni Stati dell’Ue potrebbero non essere in grado di ripagare la loro quota di debito, che così potrebbe finire a carico dei Paesi “creditori”. Di conseguenza, dalla ratifica del Recovery Fund potrebbero derivare nuovi obblighi finanziari per la Germania. La Corte di Karlsruhe può quindi intervenire, se ritiene, prima che la Germania si assuma nuovi oneri. Bruxelles, da parte sua, aveva sollecitato i Paesi a completare la ratifica entro la fine di marzo per rendere disponibili le prime risorse in estate.