Fedele ad un cliché che va rinnovandosi ad ogni occasione di pubblica attenzione, ora più di prima l’Ater capitolino sta dando ‘il peggio di sé’, nelle gestione della dismissione di centinaia di alloggi, alcuni dei quali (sebbene in condizioni approssimative), siti in ‘presunte’ aree di pregio.
Ater vende incurante di chi (e se) tra gli affittuari, potranno aver accesso ad un mutuo
Oltretutto, pur sapendo che generalmente chi occupa un alloggio popolare non viaggia certo nell’oro, non c’è nemmeno stata la sensibilità di negoziare per l’occasione dei mutui collettivi, per facilitare l’acquisto degli stessi. Considerando quindi l’alta presenza di ‘pensionati’: quale istituto bancario concederebbe loro – benché irrisorio – un mutuo?
Ater vende, ma per gli inquilini venirne a capo equivale ad orizzontarsi in un labirinto
Al centro delle polemiche, come sempre, una miscellanea di ‘voci’ e leggi, che vanno chiaramente a contrastare una realtà altra, fatta di famiglie di modeste condizioni economiche, alle prese con un una burocrazia elefantiaca, ulteriormente ‘incasinata’ – quando non ‘massacrata’ – dalla puntuale inettitudine del politico di turno, passato ad umiliare la puntualità e la professionalità di tecnici e dipendenti di rodata militanza, in virtù della ‘potenza politica’ in auge al momento.
Ater vende non tenendo minimamente conto di chi non potrà acquistare la ‘sua’ casa
Dunque Ater vende ma ‘differenziando’ per aree, tempo di locazione, ed anzianità degli stabili. Ma non solo, premesse poi le condizioni economiche di vendita (anche queste a loro volta inspiegabilmente differenziate, sempre ‘grazie’ all’inettitudine del politico di turno), prima a chi impossibilitato a non poter acquistare veniva garantito di poter rimanere nell’alloggio di una vita. Ora no: chi non acquista sarà trasferito laddove si prospetta la possibilità di poter ‘ospitare’. Come dire: una vecchina che vive da 60 anni al Testaccio, se non può acquistare, rischia di vedersi catapultare a Ponte di Nona o chissà dove, in piena solitudine!
Trombetti: una petizione allargata contro la mobilità per chi non acquista l’alloggio
Una situazione rispetto alla quale, ormai da anni, continua a battersi il responsabile cosa del Pd, Yuri Trombetti il quale, a bordo di un camper (nella foto), continua a girare i quartieri romani, incontrando gli inquilini degli alloggi popolari, per informarli circa i loro diritti e le corrette modalità di confronto con l’Istituto.
Nel frattempo però Trombetti, ha addirittura ‘canalizzato’ ciascuna problematica, avviando per ognuna di esse un preciso iter. Oggi ad esempio il Responsabile cosa del Pd, ha redatto uno specifico ‘comunicato’ a nome degli inquilini di Testaccio, San Saba e Garbatella, rivolto alla Camera dei deputati (ufficio petizioni), al Consiglio Regionale del Lazio, all’assessore alle politiche abitative Regione Lazio (M.Valeriani), all’Ater di Roma (direttore A. Napoletano), scrivendo una petizione:
“Il Rione San Saba ha antiche e riconosciute tradizioni nella storia popolare della città di Roma. Costituito per la maggior parte da immobili di edilizia popolare di proprietà della attuale Ater – Comune di Roma (già IACP) questo luogo da sempre è stato caratterizzato da un tessuto sociale prevalentemente non abbiente in cui la solidarietà di vicinato ha reso il rione un porto sicuro sotto il profilo dell’assistenza tra famiglie e tra vicini in generale. Detta solidarietà ha portato alla formazione di associazioni di quartiere che su base volontaria, da sempre aiutano coloro che hanno maggiore difficoltà nella gestione dei difficili rapporti con un Ente di grandi dimensioni, quale l’Ater – Comune di Roma, proprietaria degli immobili. In particolare le sempre più pressanti esigenze di confronto con Ater hanno portato alla costituzione della nostra associazione denominata ‘Rete Comune Inquilini Ater San Saba’”.
Trombetti: le nostre richieste sono state condivise sia dagli assessori che dai consiglieri
“Tra le varie attività, l’impegno maggiore della nostra associazione territoriale, è stato quello di tentare di comprendere le intenzioni dell’Ater / Comune Roma, circa le vendite degli immobili di San Saba, che da tempo immemore sembrerebbero destinati ad un piano di vendita, che a tutt’oggi non ci risulta essere stato ancora approvato, ma rispetto al quale ci siamo posti sempre con estrema chiarezza su due punti indiscutibili: 1) prezzo calmierato ed adeguato allo stato di degrado strutturale e di vetustà degli immobili per annosa mancata manutenzione ordinaria e 2) garanzia della permanenza degli inquilini che non possono acquistare, in caso di vendita a terzi degli immobili Ater. Da sempre, infatti, tramite il nostro sito e nel dialogo diretto con i cittadini e con i politici, la Rete Comune Inquilini Ater San Saba di Roma ha sostenuto perentoriamente l’inamovibilità (c.d. Mobilità) degli inquilini impossibilitati a comprare la casa in cui risiedono da anni. A tal proposito – fa giustamente notare Yuri Trombetti – i diversi Assessori alla Casa della Regione Lazio ed i vari Consiglieri Regionali che si sono susseguiti nel tempo, si sono sempre detti favorevoli alla nostra richiesta riconoscendone la piena legittimità dal punto di vista sociale e culturale.” Ma non solo, “L’Ater del Comune di Roma, però, nonostante il sopra indicato annoso e pesante degrado strutturale degli immobili dove viviamo, causato, lo ribadiamo, dalla mancanza di manutenzione ordinaria e straordinaria da parte dell’Ente proprietario, ha iniziato a vendere all’asta sul libero mercato i suoi immobili sfitti anziché assegnarli ai cittadini in lista d’attesa, violando il principio solidaristico che sta alla base delle politiche di edilizia popolare”.
Trombetti: Ritardandone la vendita, alcune zone hanno acquisito valori in realtà irreali
Inoltre, precisa Trombetti: “L’Azienda, inoltre, ritardando per anni l’attuazione dei piani vendita, ha fatto si che, diversamente da quanto accaduto per i piani vendita di altri lotti Ater in zone confinanti, sono cresciuti in maniera esponenziale ben al di sopra dei reali valori di mercato, di fatto rendendo l’acquisto di tali immobili insostenibile per gli inquilini i cui bassi redditi sono periodicamente censiti dall’Ater stessa”.
Vendita alloggi Ater, Trombetti: “Non possono pagarne le conseguenti i più poveri”
Insomma, spiega ancora Trombetti: “La legislazione relativa alla ‘mobilità’ è divenuta sempre più penalizzante per gli inquilini ATER ERP (Edilizia Residenziale Pubblica) impossibilitati all’acquisto. Infatti si è passati dalla legge 560/93, alla legge Lupi del 14.5.2014, per arrivare alle restrizioni ai sensi dell’articolo 48 bis, della legge Regionale n. 27/2006, quest’ultimo per gli immobili ERP in zone di pregio”.
Trombetti: ci appelliamo a tutte le istituzioni per evitare una ‘deportazione sociale’
E come rimarca ancora una volta il Responsabile Casa del Pd: “Tutto questo non può ricadere sugli inquilini non abbienti! Infatti, a fronte di questa allarmante realtà, con chiarezza e determinazione, chiediamo alle Istituzioni competenti un solerte e forte impegno a legiferare per garantire la così detta ‘non mobilità’ per chi non ha le possibilità di comprare, ancor più in questo momento di grave crisi economica che ha colpito tutti indistintamente a seguito della pandemia in atto”.
Dunque, conclude il ‘vulcanico’ dem, “Una crisi che si estenderebbe anche a livello psicologico se persone già gravate da problemi economici si vedessero la vita ulteriormente appesantita dall’angoscia di dover migrare in altri alloggi in parti della città sconosciute sradicandole così dalle abitudini di vita quotidiane. E affinché la nostra richiesta diventi presto realtà certa, rivolgiamo un appello a tutte le Istituzioni perché i nostri quartieri non vengano gentrificati per imposizione ovvero stravolti dall’onta di quella che sarebbe una vera e propria ‘deportazione sociale’”.
Trombetti: “Alcune cose non stanno come dicono…”
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Max