Crisi infinita per il settore del commercio: circa 18 mila negozi rischiano la chiusura. Crescono le imprese al crollo, le saracinesche abbassate, crollano le nuove aperture, e il terziario, motore dell’economia romana, va a picco. Nel 2021 stando alle stime del dossier “Osservatorio terziario Roma”, di ConfCommercio, la crisi da Covid continuerà a ripercuotersi nel sistema produttivo della Capitale e della regione con oltre 5mila impresta zombie aperte solo per ottenere i sussidi. A Roma, delle circa 300 mila aziende, stando all’indagine resteranno aperte circa 277mila, con un calo appunto di 18 mila unità in soli dodici mesi. Questo, accanto al calo delle nuove aperture, meno 17%, funge da termometro di un’emorragia che i noti ristori hanno solo limato, senza rimarginarla.
Gli stessi aiuti sono serviti appena a tenere a galla 11 mila imprese che, altrimenti, avrebbero alzato bandiera bianca. Il tutto per un calo del 7% del valore aggiunto del terziario nel 2020, pari a circa 10 miliardi di ricavi mancanti. Dati che sono peggiorati nel primo trimestre 2021 con il 13% in meno di movimentazioni rispetto all’anno precedente nel Lazio, un dato peggiore di quello nazionale. Numeri, dietro i quali si nascondono vite, drammi personali, sociali. Una vera agonia che si somma a quella, terribile, della pandemia sanitaria.