“100 milioni di iniezioni nelle braccia e 100 milioni di assegni nelle tasche”. Con un semplice slogan il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, lancia le priorità in cima alla sua agenda. Arrivare a quota cento milioni di vaccinati nel Paese ed erogare finanziamenti a pioggia alle famiglie dopo il via libera del Congresso al piano Covid da 1.900 miliardi.
Il primo obiettivo, nel segno di due diversi presidenti (non si può dimenticare l’operazione Warp Speed trumpiana nella corsa al vaccino) e dell’America first (sia democratica che repubblicana) dovrebbe arrivare entro dieci giorni, ben prima rispetto alle aspettative di partenza di Biden. Superata tale soglia, non solo simbolica, per il presidente arriverà il difficile: convincere quella fetta (consistente) di popolazione americana storicamente restia ai vaccini (conservatori, il 25% degli afroamericani e inaspettatamente il 37% ispanici).
“Curata la salute”, la Casa Bianca intende riassestare rapidamente l’economia del Paese. La manovra anti-Covid da 1.900 miliardi, l’intervento più importante dai tempi di Lyndon Johnson e una delle più grandi iniezioni di soldi federali dalla Grande depressione del 1929, prevedono pagamenti diretti fino a 1,400 dollari a cittadino, un sussidio di 300 dollari a settimana per sei mesi per i disoccupati, aiuti a famiglie a basso reddito e con figli. Oggi Biden sarà a Philadelphia, in Pennsylvania, e nel fine settimana volerà in Georgia per spiegare agli americani la portata del piano, chiamato American Rescue Plan, coadiuvato dai viaggi in Nevada e New Mexico della vicepresidente Kamala Harris.
Non sono mancate, però, le critiche. Prima fra tutte la crisi dei migranti al confine con il Messico, dove i centri di detenzione sono strapieni e migliaia di minori, separati dalle famiglie, sono in attesa di conoscere il loro destino. Dove andranno ricollocati? Il successo dell’amministrazione Biden, finora ferma sulla questione, (e il cambio di rotta rispetto a quella precedente) passa soprattutto da qui.
Mario Bonito