Lo stop è arrivato nella serata di ieri: l’Aifa, l’autorità del farmaco italiana, ha sospeso la somministrazione del vaccino AstraZeneca su tutto il territorio nazionale. L’interruzione, fanno sapere fonti del governo, è in via precauzionale e momentanea. In attesa della decisione dell’Ema, l’Agenzia europea del farmaco, che entro giovedì si pronuncerà sui casi sospetti.
In Italia, fino ad oggi, sono state somministrate poco più di un milione di dosi del vaccino AstraZeneca, entro fine marzo ne sono attese altre 3 milioni, delle 7 totali che l’Italia ha prenotato per fine mese. Lo stop al vaccino anglo-svedese rischia però di frenare il piano vaccinale studiato dal governo Draghi, che lavora, come annunciato, per arrivare all’immunità di gregge entro settembre, con l’80% degli italiani vaccinati.
Non è solo il rallentamento della distribuzione ora a preoccupare, ma anche le possibili disdette che potrebbero trascinarsi da qui a settembre. Solo nel Lazio sono state oltre 7mila le rinunce per gli appuntamenti di oggi.
È l’effetto collaterale dello stop imposto ieri dall’Aifa, che l’assessore alla sanità del Lazio, Alessio D’Amato, ha definito un danno enorme alla campagna vaccinale. Proprio il Lazio ieri ha assicurato che continuano senza interruzione le vaccinazioni per gli ultra-ottantenni e i soggetti estremamente fragili. Intanto, però, si fermano momentaneamente 35 hub vaccinali della Regione, anche tra i più efficienti dall’inizio della campagna vaccinale: come La Nuvola e l’aeroporto di Fiumicino.