Nel pomeriggio di oggi, venerdì 19 febbraio, si terrà un pre-vertice virtuale, voluto dalla Gran Bretagna (che per quest’anno ha la presidenza), tra i capi di Stato del G7. L’emergenza Covid sarà al centro del summit dei leader dei sette Paesi industrializzati: Boris Johnson (Gran Bretagna), Angela Merkel (Germania), Emmanuel Macron (Francia), Mario Draghi (Italia), Joe Biden (Stati Uniti), Justin Trudeau (Canada) e Yoshihide Suga (Giappone). Sarà un esordio per Biden, Suga e Draghi, nuovo primo ministro italiano, probabilmente più abituato ai vertici internazionali che alle aule parlamentari.
L’incontro, che serve a preparare il G7 di giugno in Cornovaglia, sarà interamente dedicato alla questione vaccini. L’obiettivo è accelerare la campagna vaccinale nei diversi Paesi per fermare la diffusione del virus e delle varianti che potrebbero minare l’efficacia dei vaccini. Secondo quanto riferito da Draghi al Senato, l’Italia dovrebbe “imparare dai Paesi che si sono mossi più rapidamente, disponendo subito di quantità di vaccini adeguate”. In particolare lo sguardo è rivolto alla Gran Bretagna, dove sono state vaccinate oltre 16 milioni di persone (i cittadini, però, hanno ricevuto solo la prima dose a differenza del nostro Paese).
Il primo G7 di Joe Biden sarà inoltre un’occasione per il gruppo per rinsaldare i legami con il nuovo governo statunitense, a trazione “atlantista” a differenza del precedente, presieduto da Donald Trump.
Non mancheranno le difficoltà. Johnson spinge per donare le eccedenze dei vaccini ai Paesi in via di sviluppo, raccogliendo così gli inviti dell’Onu (la Gran Bretagna ha ordinato 400 milioni di dosi, ben oltre il suo fabbisogno). Più cauti Macron e Biden, che prima vogliono chiudere la partita tra i propri confini.
Mario Bonito