La differenza sta nei volti degli uomini migliori: Lukaku esce da San Siro con il sorriso di chi ha raggiunto 300 gol in carriera, Immobile lascia il campo prima del 90’ consapevole del 5 in pagella in arrivo. Così la Lazio si ferma sul più bello, interrompendo la striscia di sei vittorie consecutive che l’aveva proiettata in zona Champions.
La squadra di Inzaghi sbatte sull’Inter capolista, per la prima volta in cima alla classifica da inizio stagione, e maledice il forfait all’ultimo secondo di Stefan Radu. Perché è Hoedt, sostituto del romeno, a procurare il rigore segnato da Lukaku – e contestato da inzaghi – che sblocca il match, macchiando una prestazione fin lì senza sbavature.
Non bastano il giro palla e le azioni prolungate alla Lazio, perché i tiri in porta, solo due nel primo tempo, non impensieriscono mai Handanovic. Così è l’Inter ad approfittarne capitalizzando il secondo episodio a favore allo scadere del primo tempo, con l’ennesimo gol di Lukaku. Nella ripresa la rete su punizione di Milinkovic illude, ma Lautaro chiude il match sul definitivo 3-1.
Allunga così la Roma, che nel pomeriggio batte l’Udinese e in un colpo solo conquista il terzo posto, stacca la Lazio e supera la Juve. Lo fa nel modo più semplice possibile, senza sbavature e mai un affanno. Sono 43 i punti conquistati dai giallorossi, mai così tanti a questo punto del campionato dal 2016/2017, quando in panchina c’era Luciano Spalletti.
La Roma conferma di essere imbattibile in casa: all’Olimpico non è mai caduta, come nessun altro in questa stagione. Il merito è, anche, di una scommessa tra Fonseca e Veretout. Sono 9 i gol del francese, due solo ieri; l’allenatore ha fissato l’obiettivo almeno a 10. E il centrocampista deve averlo preso in parola, perché non si ferma più. Le polemiche dopo la sconfitta con la Juve sono già alle spalle, il panorama da lassù placa ogni malumore, e la Roma se lo gode.