Per il terzo giorno consecutivo, in Myanmar migliaia di persone hanno manifestato contro il colpo di Stato militare della scorsa settimana, culminato con l’arresto di Aung San Suu Kyi, leader de facto del Paese, e con la proclamazione dello stato d’emergenza per un anno. Le proteste si sono svolte nelle tre principali città: Yangon, Mandalay e Naypyidaw. In particolare a Mandalay, la seconda per numero di abitanti, il regime birmano ha decretato la legge marziale, vietando di fatto possibili le contestazioni nei prossimi giorni. In vigore anche il coprifuoco serale dalle 20 alle 4.
Simboli delle proteste sono il rosso, il colore della Lega nazionale per la democrazia (il partito di Aung San Suu Kyi), e il saluto a tre dita, ripreso dalla saga The Hunger Games. Per disperdere la folla, che manifestava pacificamente, i militari hanno utilizzato i cannoni ad acqua. La tv di Stato ha diffuso un comunicato in cui vengono paventate “misure efficaci contro i reati che disturbano, impediscono e distruggono la stabilità dello Stato”.
NayPyiTaw: police use a water cannon in an attempt to disperse thousands of protestors – calling for an end to the military coup. I’ve been told the cannon was dispersed without any prior knowledge at the peaceful protest #Myanmar #HearTheVoiceOfMyanmar #myanmarmilitarycoup pic.twitter.com/9tB0oo8gme
— Freya Cole (@freya_cole) February 8, 2021
Ue e Gb: “Riunione urgente”
Sulla questione sono intervenute la Gran Bretagna e l’Unione europea. “Insieme all’Ue – ha detto l’ambasciatore britannico a Ginevra Julian Braithwaite – abbiamo presentato una richiesta per una sessione speciale sulle implicazioni per i diritti umani della crisi in Myanmar”.