“stanno arrivando le guardie, sbrigateve c’è n’esercito de guardie”. Una scena filmica, quella consumatasi l’altro giorno all’Ippodromo romano delle Capannelle dove, in barba alle restrizioni ed alle misure anticovid, un nutrito gruppo di ‘cavallari’ (come ribattezzati nel gergo), si era radunato, per dare libero sfogo all’incontenibile passione anzi, come il cinema insegna, ad un costoso vizio.
Febbre da cavallo: nell’immaginario ci si rideva con Madrake & C.
Solo che, ad animare l’appuntamento della corsa ‘Galoppo’, non c’erano Soldatino, King e D’Artagnan, lo sgangherato tris di brocchi intorno ai quali, nell’oramai mitico ‘Febbre da cavallo’ (diretto da Steno nel ’76), si consumavano le ‘malin-comiche’ disavventure der Mandrake e der Pomata, incalliti e squattrinati scommettitori. Stavolta l’ambiente è infatti ben lontano da quello nobile o ridanciano, al quale ci ha simpaticamente avvicinato il cinema.
Febbre da cavallo: quando la malavita gestiva il vizio nei ’70
Seppure con meno violenza (e, grazie a Dio, le dovute proporzioni), in questo caso il contesto è forse verosimilmente più vicino a quello del torbido e losco mondo, che animava la Tor di Valle di metà dei Settanta dove, guarda caso, con efferata violenza, la Banda della Magliana esordì con l’omicidio di Franchino il criminale, fino a quel momento re indiscusso del mondo delle scommesse clandestine. Per non parlare poi dell’enorme giro di usura ad esso legato.
Febbre da cavallo: oltre 70 gli scommettitori sorpresi nel blitz
Il blitz del quale parliamo, condotto dagli agenti in borghese del commissariato Romanina (diretto da Moreno Fernandez) alle Capannelle, testimonia la continuità di un sistema, come quello delle scommesse, mai sopito. Oltre 70 le persone sorprese – senza mascherine e distanziamento – a discutere sulle puntate, tranquillamente sedute ai tavoli del ristorante interno, dove si pranzava a prezzo fisso.
Febbre da cavallo: un vizio neppure scalfito dalla pandemia
Dunque, un fuggi fuggi d’altri tempi che, per l’appunto, rende simpatica la vicenda, non certo il contesto, come detto, riconducibile ad un vizio che purtroppo nemmeno la pandemia è riuscita a mitigare…
Max