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    Amatrice: “Noi, abbandonati al buio ed al gelo dallo Stato”, la drammatica denuncia dai borghi reatini

    Sarà pure bella la neve un fenomeno naturale simbolo di gioia e serenità. Ma qui, nelle soluzioni abitative di emergenza (Sae,ndr), ci sono quasi due metri di neve. Queste dovevano essere strutture provvisorie, fabbricati estivi diciamo. Di certo non sono idonei per reggere temperature che in questi giorni sono sotto lo 0. Dopo il terremoto, qui è rimasto quasi tutto com’era“.

    Continui black-out elettrici, telefonini senza segnale (così come per le televisioni), carenza d’acqua e tanto freddo: per i, ieri dimenticati (ed oggi isolati) cittadini di Amatrice e dintorni, queste terribili giornate di neve, significano la depressione totale.

    Amatrice: “Senza luce, telefonino, televisioni ed acqua: siamo isolati dal mondo”

    Una situazione insostenibile che li ha spinti a denunciare ai media l’indegno stato di abbandono nel quale riversano questi orgogliosi reatini, così come anche gli altri residenti del Centro Italia, umiliati dal terribile sisma. “Funziona solo un operatore telefonico perché c’è un ripetitore – spiega un amatriciano – sono dovuto arrivare fino a Rieti, comprarmi una scheda per riuscire quantomeno a comunicare con i miei parenti. Siamo isolati dal mondo”.

    Come dicevamo, a scardinare del tutto l’enorme pazienza di questo sfortunate persone, la continua mancanza di luce in coincidenza del maltempo. Energia elettrica per alcuni ‘vitale’, in quanto alimenta anche l’impianto di riscaldamento.

    Amatrice, gli studenti “Senza internet non solo è possibile studiare ma anche comunicare”

    Una condizione al limite che, per ovvi motivi, gli studenti sono loro malgrado corretti a sopportare, come denuncia una studentessa universitaria: “La rete Internet non funziona, ma possibile che nessuno intervenga? Siamo stanchi davvero. Parliamo di strumenti fondamentali non solo per la vita quotidiana, come ora è la Dad, ma soprattutto per la comunicazione in stato di emergenza”.

    Amatrice, gli anziani: “I politici vengono qui a fare la passerella e poi spariscono”

    E se per i giovani è la rabbia a farla da padrone, per i più anziani il sentimento prevalente è l’arresa, la rassegnazione rispetto ad un destino crudele che, dagli orrori della guerra al duro lavoro nei campi, non ha garantito loro nemmeno una ‘vecchiaia’ risarcitoria, all’insegna della serenità: “Noi anziani non abbiamo nemmeno potuto telefonare ai nostri parenti per chiedere aiuto – si sfoga un pensionato residente in una frazione di Amatrice – qui di politici non si vede più nessuno dal 24 agosto. Ogni anno, vengono per la classica passerella e i soliti proclami del tipo ‘non vi abbandoneremo, non sarete lasciati soli’”. “Squallide promesse mai mantenute – gli fa eco un suo coetaneo, ‘imbottito’ di maglioni sotto il piumone – la realtà è che siamo stati abbandonati. Oltre a tutti i problemi cui siamo costretti a convivere dal terremoto, c’è anche un totale disinteresse da parte dello Stato. Si fosse fatto vivo qualcuno…“. Come spiegare loro che in realtà l’unica possibilità di riscatto, oggi come oggi, è rappresentata dai fondi del Recovery e che, se tutto andrà bene, per effetto della burocrazia i benefici si potranno godere fra almeno due anni?…

    Max