Sì alla riapertura di palestre, piscine, impianti sciistici e centri danza entro gennaio, no al ritorno negli stadi. Lo ha confermato il ministro dello Sport Vincenzo Spadafora, intervenuto nella trasmissione Agorà su Rai 3. Uno spiraglio di luce dopo la chiusura di tutti gli impianti sportivi: “Stiamo lavorando costantemente con il Comitato tecnico Scientifico – ha confermato il ministro – a ottobre avevamo predisposto un protocollo di sicurezza molto rigido e molte palestre avevano fatto investimenti. Credo che la riapertura a fine gennaio sia un obiettivo raggiungibile”, ha confermato.
L’ultimo scoglio riguarda i dati epidemiologici che arriveranno dopo l’Epifania. La riapertura è legata alla curva dei contagi. In caso di risalita la chiusura, attualmente prevista fino al 15 gennaio nell’ultimo Dpm, potrebbe essere rinnovata. L’ipotesi è stata ventilata da fonti di governo negli ultimi giorni, ma le parole di Spadafora sembrano andare in direzione contraria.
È una corsa contro il tempo, la speranza del ministro è che gli impianti sciistici possano riaprire prima del 7 febbraio, quando a Cortina prenderanno il via i Mondiali di Sci alpino: “Il Cts non ha bocciato le linee guida delle Regioni, ha chiesto delle modifiche”. Ha confermato Spadafora, categorico invece sulla riapertura degli stadi a gennaio: “Non credo accadrà – ha detto – Il Governo ha una scala di priorità. Il problema di avere tante persone che vanno nella stessa direzione, allo stesso orario e nello stesso giorno significa dover fare una serie di controlli e avviare una macchina non prioritaria rispetto ad altre, come la scuola”.
Lontana l’ipotesi di un ritorno sugli spalti, seppur scaglionato, come successo ad inizio stagione. I tifosi torneranno negli stadi, ma non a gennaio. L’ipotesi più plausibile è rivederli in primavera, a pochi mesi dall’inizio degli Europei che vedranno protagonisti anche gli stadi italiani.