Blitz antimafia di carabinieri e guardia di finanza con una confisca record di beni e aziende per circa 300 milioni di euro: l’operazione, chiamata Babylonia, ha visto gli uomini dell’arma e i finanzieri eseguire il decreto di confisca emesso dalla Sezione Specializzata Misure di Prevenzione del Tribunale di Roma, su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, nei riguardi di Gaetano Vitagliano e Andrea Scanzani e di un terzo soggetto, come seguito di un’indagine che aveva portato alla custodia di 23 persone ritenute responsabili di appartenere a due distinte associazioni per delinquere finalizzate all’estorsione, usura, riciclaggio, impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita, fraudolento trasferimento di beni e valori.
Operazione Babylonia: sequestri 300 milioni di euro: le dinamiche
E’ emersa una netta sproporzione tra il reddito dichiarato e l’effettiva consistenza patrimoniale dei proposti e un ingente complesso di beni mobili e immobili oggetto di confisca.
Un’attività investigativa che ha permesso di accertare l’esistenza di un sodalizio promosso dal Vitagliano, dedito a riciclaggio di ingenti somme di denaro di provenienza illecita, di acclarare come Scanzani, imprenditore noto nel campo del noleggio e gestione impianti di videolottery, avesse il compito di ripulire il denaro, oltre ad un fitto legame illecitocon una consolidata organizzazione criminale, radicata nell’area a Nord-Est di Roma che avrebbe fatto capo a Giuseppe Cellamare, morto nel 2017 e gravato da precedenti per associazione mafiosa relativi all’appartenenza alla “Sacra Corona Unita”.
In più, Scanzani e Vitagliano avrebbero investito il denaro illecito in complessi immobiliari a Guidonia.
Tra i beni in confisca, 52 società, 20 imprese individuali, 1 quota societaria, 34 immobili, 6 autoveicoli, 19 rapporti finanziari e numerosi beni mobili per un valore stimato in circa 300 milioni di euro.