Cocomero diventa ‘cocummela’, fratelli ‘hermano’, fare la spesa è ‘fare cibo’. E la coniugazione dei verbi è sempre all’infinito. Così è scivolato via l’esame di Luis Suarez, tra una storpiatura e l’altra, fino alla promozione che gli ha permesso di ottenere il livello B1 di italiano utile al conseguimento del passaporto comunitario.
L’esame farsa dell’uruguaiano ora è sotto gli occhi di tutti. Perché quando l’ex attaccante del Barcellona si è seduto nell’aula dell’università per stranieri di Perugia davanti ai docenti, a fargli compagnia c’era anche una cimice piazzata dagli investigatori. Così sono emerse tutte le incertezze del Pistolero.
Un esame breve: poche domande, altrettante risposte, spesso sbagliate. Eppure era stato tutto concordato. Suarez, sentito pochi giorni fa dai magistrati perugini come persona informata dei fatti, ha confermato di aver saputo prima le domande che gli avrebbero posto. Eppure l’attaccante è parso poco preparato.
Uso dei verbi sbagliato, parole storpiate e traslate allo spagnolo. Nonostante questo è uscito dall’aula con un sì e una stretta di mano. Una promozione che ha aperto però il caso sull’esame ‘farsa’ sostenuto lo scorso 17 settembre e che ha portato alla misura cautelare interdittiva della rettrice Giuliana Grego Bolli, al direttore generale Simone Olvieri e alla professoressa Stefania Spina. Le indagini proseguono: i magistrati vogliono infatti chiarire se Suarez avesse ottenuto prima la promessa della promozione da parte dell’università di Perugia.