“Guardando ai dati della letalità si può notare come l’Italia sia al primo posto in Europa e tra i primi nel mondo per tasso di letalità che si è attestato ieri al 3.5% (tasso di letalità vuol dire numero di morti su numero di infezioni da COVID-19)”. Inizia così il messaggio dell’infettivologo Matteo Bassetti, che su Facebook si interroga: “Perché così elevato?”.
Il Direttore della Clinica Malattie Infettive dell’Ospedale San Martino, attraverso un lungo post accompagnato dalla tabella di letalità covid nel mondo, cerca di spiegare il motivo per cui l’Italia è al primo posto in Europa di questa triste classifica: “È legato a due ordini di fattori – scrive – Da una parte probabilmente perché siamo un paese vecchio. Per fortuna ci sono molte persone che, anche grazie alla sanità che funziona bene, arrivano molto in là con gli anni e quando un’infezione colpisce così duramente le persone più anziane è evidente che ci sono più decessi”.
Continua il post di Bassetti su Facebook: “La seconda ragione è che portiamo in pancia un peccato originale abbastanza importante: a marzo e aprile tutti quelli che avevano un tampone positivo e che magari potevano anche non essere stati uccisi direttamente dal covid, ma magari da qualcos’altro, sono stati classificati come morti covid”.
“È evidente che c’è una diversità di classificazione dei decessi a livello europeo – continua – se noi abbiamo una letalità che è quasi tre volte maggiore. O abbiamo contato male noi o loro. Io non credo che il nostro servizio sanitario – che a mio parere funziona bene – possa dire di avere una mortalità tre volte maggiore rispetto ad altri paesi che hanno sistemi sanitari simili al nostro”, conclude Bassetti.