Il vaccino sviluppato dall’università di Oxford e dall’Irbm di Pomezia, prodotto da Astrazeneca, è “altamente efficace”. Lo ha reso noto l’azienda farmaceutica questa mattina sulla base dei dati preliminari in fase tre della sperimentazione. Precisamente il candidato vaccino è risultato efficace nel prevenire il 70.4% delle infezioni. Meno rispetto al 94/95% annunciato da Pfizer e Moderna.
L’efficacia però sembra cambiare in base ai dosaggi. L’efficacia del vaccino scende al 62% se vengono somministrate due dosi, ma sale al 90% se somministrato a una dose e mezza. Alla sperimentazione stanno partecipando circa 23mila volontari. Tra di loro si sono registrati 131 casi di Covid, di cui 101 a persone che avevano ricevuto un placebo, 30 a chi aveva ricevuto doppia dose. Astrazeneca ha comunicato che non sono stati riscontrati effetti collaterali gravi. Il vaccino è basato su vettori virali derivati da adenovirus.
“Le notizie che arrivano da Oxford – ha commentato il ministro della Salute Roberto Speranza – sono incoraggianti. Nel progetto sono coinvolte importanti realtà italiane, come l’Irbm di Pomezia e la Catalent di Anagni. Serve ancora prudenza, ma sarà la ricerca scientifica a portare l’umanità fuori da questa crisi”.
Il costo
Secondo gli esperti, i punti di forza di questo vaccino sono due: il costo (2.80 euro a dose, gli altri da 16 a 20 euro) e la possibilità di essere trasportato e conservato “a temperature di frigo domestico (tra i due e gli otto gradi). “Ciò significa – si legge in una nota dell’azienda – che il prodotto potrà essere distribuito facilmente e velocemente attraverso ambulatori medici e farmacie locali”.
La sperimentazione proseguirà fino a coinvolgere circa 60mila volontari, ma nel frattempo Astrazeneca si preparerà per chiedere la richiesta di autorizzazione agli enti regolatori di “tutto il mondo”. Il governo italiano ha già prenotato 70 milioni di dosi, disponibili (previa autorizzazione) entro giugno.
Mario Bonito