Prima la Campania, poi Lombardia e Lazio. L’Italia inizia a correre ai ripari con misure stringenti. Le tre regioni hanno optato per il ‘coprifuoco’ notturno. Gli spostamenti sono limitati ai casi di comprovata necessità, è il primo passo per contrastare la seconda ondata del virus: “Non ci saranno alternative – ha ribadito Massimo Galli – Dovremo arrivare al coprifuoco in tutta Italia”. Il primario di Malattie infettive ha parlato così al Messaggero.
“Ci sono pochi dubbi – ha aggiunto – Si tratta di una situazione che anticipa la possibilità di un lockdown, mi rendo conto. Però qualcosa bisogna fare”. Un’impennata dei contagi dovuta, secondo Galli, anche alla riapertura delle scuole: “Si è voluto in tutti i modi dire che le scuole non c’entrano con l’aumento dei contagi. Però questo non sta in piedi. Le scuole c’entrano. Poi, certo, c’entra anche il fatto che i ragazzi si ritrovano prima e dopo la scuola, sul trasporto pubblico e nella socialità extrascolastica. La coincidenza temporale c’è con tutto quanto. Io sono stato l’unico a dire che andare alle urne, con questa situazione, non fosse una grande idea”.
La speranza di governo e regioni è che le misure adottate negli ultimi giorni possa prevenire un lockdown nazionale: “Non posso escludere che tra quindici giorni possiamo essere a questo. Noi come infettivologi abbiamo chiesto di fare presto, sono sconcertato dal vedere che qualcuno sembra che stia frenando anche in Lombardia”.
La situazione è complicata, ma ora ci sono gli strumenti per prevenire la diffusione rispetto all’inizio dell’epidemia: “Tra quello che succedeva in marzo e quello che succede adesso ci sono differenze, abbiamo i tamponi rapidi antigenici e, a breve, la possibilità di fare i test salivari per il ritrovamento del virus. Stiamo parlando d’altro. Ovvio che se uno è sintomatico il tampone lo deve fare velocemente e prima degli altri”, ha spiegato Galli.