Il segretario di Stato Usa, Mike Pompeo, dopo il simposio per la libertà religiosa di ieri, si è incontrato in Vaticano con il suo omologo della Santa Sede, Pietro Parolin, cardinale segretario di Stato. Il colloquio è durato 45 minuti e si è svolto “in un clima di rispetto, disteso e cordiale” – ha detto il portavoce Vaticano Matteo Bruni – “in cui le parti hanno presentato le rispettive posizioni riguardo ai rapporti con la Cina”. Durante l’incontro i due segretari hanno parlato inoltre della situazione di alcune zone di guerra, quali Caucaso, Medio Oriente e Mediterraneo Orientale.
La replica della Cina
Mentre nel simposio di ieri Pompeo è tornato ad accusare la Cina, la risposta di Pechino non si è fatta attendere: “Ci auguriamo che il gracchiante Pompeo – ha detto il portavoce dell’ambasciata cinese a Roma – metta fine al suo show il prima possibile“. “Pompeo attacca senza motivo la politica interna della Cina e tenta a destabilizzare i rapporti Italia/Cina – ha proseguito – Atteggiamenti che condanniamo con forza. Il signor Pompeo, le cui affermazioni traboccano di ignoranza e pregiudizi sul nostro Paese, calunnia la Cina con la scusa della tutela dei diritti umani, della libertà religiosa e della cyber security. Il portavoce ha poi sottolineato che giudicare se la situazione dei diritti in Cina spetta solo al popolo cinese e “non a un qualunque politico straniero”.
Mario Bonito