La morte di Ruth Bader Ginsburg, 87 anni, giudice “pop” e idolo della sinistra progressista della Corte Suprema, ha già provocato uno scossone politico e istituzionale a 43 giorni dalle presidenziali negli Stati Uniti. La Corte Suprema infatti, composta da nove togati (tre progressisti, cinque conservatori più il posto vacante della Ginsburg) oltre a sentenziare su questioni etiche e sociali, potrebbe avere un peso specifico nelle elezioni di novembre (come nel 2000, quando la disputa tra George W. Bush e Al Gore fu decisa, a favore del repubblicano, proprio dalla Suprema Corte).
Per questo il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha già in mente un nome per sostituire la giudice scomparsa venerdì scorso: Amy Coney Barret, 48 anni, conservatrice e antiabortista, già giudice di Corte d’Appello del settimo circuito di Chicago. Un nome in lizza già nel 2018, quando alla fine la spuntò Brett Kavanaugh.
Ma i democratici (e la stessa Ginsburg, come affermato poco prima di morire) vorrebbero posticipare la scelta dopo le elezioni. Nel 2016, a nove mesi dal voto, al presidente in carica Barack Obama fu impedito dai repubblicani di sostituire il giudice Scalia e il suo posto rimase scoperto per più di un anno.
Il voltafaccia di Mitch McConnell
Proprio il leader repubblicano del Senato, Mitch McConnell, che quattro anni fa non consentì ad Obama di nominare il successore di Scalia prima delle elezioni, questa volta si è dichiarato pronto di mettere ai voti al Senato il nuovo giudice. La palla, forse, spetterà dunque al Senato, dove i repubblicani hanno la maggioranza (53 a 47). Ma già due senatrici, Lisa Murkowski e Susan Collins, hanno detto che non voteranno per nominare un nuovo giudice prima delle elezioni.
Mario Bonito