E’ una posizione strana quella su cui medici ed esperti continuano ad argomentare da mesi. In molti ricorderanno che lo scorso marzo, in piena emergenza sanitaria, per sicurezza si era pensato di estendere la quarantena addirittura a tre settimane, 21 giorni. Poi si è optato per 14, affermando che sono una ‘finestra’ ragionevole’ per poter individuare i sintomi di un avvenuto contagio.
Poi, forse complici anche i grandi guai che seguono a ciascuna assenza lavorative in termini di produttività, si è deciso di abbassare la soglia della quarantena ad una sola settimana.
L’esperta dell’Oms: “La quarantena ottimale resta quella di 14 giorni”
Ebbene, a nemmeno una settimana da tale decisione, stamane l’Organizzazione mondiale della sanità ha tenuto a ribadire che per evitare problemi la quarantena deve restare di 14 giorni. Ad affermarlo è stata la responsabile delle emergenze sanitarie dell’Oms, Catherine Smallwood, intervento nell’ambito di una conferenza sulla diffusione del Covid-19 in Europa.
Come ha tenuto rimarcare la Smallwood, “la scelta dei 14 giorni di quarantena è basata su quello che sappiamo sul periodo di incubazione e di trasmissione del virus“. Dunque, ha continuato, “questo non è cambiato, e i Paesi che stanno considerando modifiche del periodo di quarantena, dovrebbero tenerlo presente”.
Oms Europa: “Stiamo osservando una situazione molto grave”
Nell’ambito dello stesso incontro, analizzando l’attuale situazione sanitaria dell’Europa, Hans Kluge, direttore dell’Oms Europa, ha invece allertato tutti spiegando che “In Europa è la situazione è molto grave. I casi settimanali hanno ora superato quelli segnalati quando la pandemia ha raggiunto per la prima volta il picco in Europa a marzo. La scorsa settimana, il conteggio settimanale ha superato i 300mila contagi. E più della metà dei Paesi europei ha segnalato un aumento dei casi superiore al 10% nelle ultime 2 settimane. In 7 di questi Paesi i casi riportati di recente sono più che raddoppiati nello stesso periodo”.
Oms Europa: “I numeri Covid di settembre sono un segnale d’allarme”
Come ha spiegato il responsabile europeo dell’Oms, ”In primavera e all’inizio dell’estate abbiamo potuto vedere l’impatto delle rigide misure adottate. I nostri sforzi, i nostri sacrifici, sono stati ripagati. A giugno i casi hanno toccato il minimo storico“.
Ad esempio, ha proseguito Kluge, “I numeri della diffusione di Sars-CoV-2 registrati a settembre, dovrebbero servire da campanello d’allarme per tutti noi: sebbene questi numeri riflettano una migliore capacità di testing, mostrano anche tassi di trasmissione allarmanti in tutta la regione”.
L’Oms Europa: “Ora il virus coinvolge anche la fascia d’età 25-49 anni”
Non c’è quindi da ‘dormirci su’ minimizzandone gli effetti rispetto a questa sorta di ‘seconda ondata’: ”Questa pandemia ci ha tolto tanto – ricorda ancora il direttore – In Europa sono stati registrati 4.893.614 casi di Covid-19 e 226.524 decessi. Parliamo di numeri pesanti, che raccontano solo una parte della storia: l’impatto sulla nostra salute mentale, sulle nostre economie, sui nostri mezzi di sussistenza e sulla nostra società è stato enorme”. Ed “anche se abbiamo visto un aumento dei casi tra i gruppi di età più avanzata, 50-64 e 65-79 anni – ha concluso Kluge – nella prima settimana di settembre la percentuale maggiore è ancora tra i 25-49 anni”.
Max