“Terremmo fede ai patti sia sulla legge elettorale sia sulle modifiche dei regolamenti parlamentari”. E a dir poco raggiante il ministro M5s Luigi Di Maio, all’indomani di quanto ‘richiesto’ dal segretario Zingaretti ai suoi elettori, ai quali ha raccomandato per il referendum di votare Sì.
“Il fatto che il Pd si sia espresso per il referendum sul taglio dei parlamentari – ha commentato Di Maio – rafforza l’alleanza di governo e ci permette di affrontare le prossime due settimane con la lealtà che ha sempre contraddistinto l’azione di governo”.
Di Maio: “Oltre il bicameralismo? Ora andiamo per step”
Quindi evitando anch’egli il discorso ‘alleanze’ per le Regionali (che a dir poco scotta), il ministro grillino ha preferito attenersi al solo commento rivolto al referendum e, nel caso, alla proposta del Pd, di andare oltre il bicameralismo: “Consiglio di procedere per step. Adesso abbiamo due settimane che ci dividono dal referendum, poi discuteremo di proposte di riforma, come abbiamo sempre fatto, e si troverà una soluzione”. Quindi, tornando al referendum, Di Maio ha aggiunto che ”Penso che il taglio dei parlamentari non possa essere esaustivo di per sé, ma è un primo passo verso il processo di modernizzazione dell’Italia”.
Di Maio: “L’opposizione sia coerente col sì votato in Parlamento”
Poi, continuando ad inquadrare la questione ‘politicamente’, ma in realtà il problema a monte era relativo ai ‘costi’ della politica (sarebbe dunque bastato ‘dimezzare’ gli stipendi a tuti i parlamentari), Di Maio ha continuato: ”Il sì al referendum permetterà ai cittadini di tagliare 345 parlamentari e portarci ai livelli europei. Le stesse opposizioni dichiarando di votare per il sì sono coerenti con la legge che hanno votato in Parlamento in passato. Questa legge costituzionale è stata votata sostanzialmente all’unanimità dalla Camera”, ha poi concluso rimarcando che “Votare sì e dire di votare sì da parte di tutte le forze politiche e anche quelle di opposizione è un atto di coerenza rispetto a quello che hanno votato in Parlamento”.
Sarebbe bastato ‘dimezzare’ gli stipendi a tutti i parlamentari
Peccato che poi se ora ciascun parlamentare può rappresentare 96mila persone sul territorio, dopo il taglio dovrebbe ‘gestirne’ oltre 150mila: ed è risaputo che in Italia il più delle volte i voti espressi sono frutto della volontà di imprenditori e ‘signori’ locali. Dunque con meno parlamentari, per centinaia di migliaia di cittadini dispersi in luoghi lontani ed ameni, la possibilità di poter essere rappresentati – soprattutto nei loro diritti – politicamente, verrà sicuramente meno…
Max