Detto fatto, stamane il capo politico del M5s, Vito Crimi, ha affidato agli elettori della piattaforma Rosseau l’esito di due scelte, destinate a mutare profondamente nel tempo il destino del movimento stesso, sempre più ‘partito’ – quello che per statuto ed organigramma avevano sempre contestato – e meno Movimento. Così a Mezzogiorno, è stato stabilito che il ‘mandato zero’ subirà la cancellazione (via libera alla Raggi per cercare di recuperare quanto possibile, e ranghi serrati intorno ai parlamentari più ‘fidati’), che saranno possibili le alleanze territoriali anche con i “partiti tradizionali”, sperando in questo modo di ‘sopravvivere’.
Nello specifico, un Paese popolato da ben 60 milioni di abitanti (60.000.000), ha dovuto assistere passivamente agli umori decisionali di uno dei partiti attualmente di maggioranza, che ‘decide’ via web – condizionando poi il destino del Paese stesso – in virtù di una ‘manciata’ di iscritti! Dunque, occhio ai ‘numeri’ sul territorio, il ‘mandato zero’ è stato votato dall’80,1% degli iscritti racimolando 39.235 voti favorevoli mentre, ‘piaciuto’ soltanto al 59,9% degli iscritti, l’ok alle alleanze ha ricevuto 29.196 sì.
Come ha poi riferito il Blog delle Stelle, ”Hanno partecipato alle due votazioni un totale di 48.975 aventi diritto che hanno espresso complessivamente 97.685 preferenze”.
David Casaleggio: “Gli iscritti: l’organo collegiale decisionale”
Dal canto suo Davide Casaleggio (nella foto con Di Maio e Crimi), presidente di Rosseau, ha commentato il voto affermando ”Sono contento della grande partecipazione degli iscritti a questo voto. Da oggi i parlamentari e consiglieri regionali potranno riportare la loro esperienza nei comuni, e viceversa i consiglieri comunali e gli attivisti potranno essere attori di quel ricambio necessario per non far diventare la politica una professione. Il MoVimento in questi anni – ha aggiunto Casaleggio – ha sempre dimostrato che le decisioni si prendono tutti assieme. Il vero organo collegiale decisionale del movimento sono sempre stati gli iscritti ed è sempre stata la grande differenza dalle altre forze politiche. Ho sempre pensato che i processi partecipativi debbano coinvolgere tutti con percorsi di informazione e di approfondimento come quelli che abbiamo attivato in passato per la legge elettorale e per indicare il nome del Presidente della Repubblica. In questa direzione ci impegneremo nei prossimi mesi e ne discuteremo il 4 ottobre”. Infine il presidente ha concluso rimarcando, ”Voglio anche ringraziare tutto il team Rousseau che, in questi giorni di vacanza per molti, ha garantito il voto e sta dando assistenza senza sosta alle migliaia di candidati che stanno preparando i documenti per il deposito delle liste regionali e comunali”.
Dessì: “Un comportamento da Prima Repubblica”
Ma se il figlio del co-fondatore del M5s si dichiara entusiasta di come stanno andando le cose, il senatore Emanuele Dessì non ne è invece affatto soddisfatto: “Il voto su Rousseau? Non ho partecipato. Si è trattato di una votazione istituita in totale spregio di qualunque regola democratica, di confronto, di condivisione. In spregio dello statuto, che prevede una linea politica fatta dal capo politico, sentiti i capigruppo, che a loro volta dovrebbero sentire i gruppi di riferimento”.
Il Sen. Dessì: “Il voto? Una porcata di Ferragosto”
Dessì, da sempre definito un ‘fedele’ di Paola Taverna a Palazzo Madama, spiega il perché del suo deciso disappunto in merito a queste votazioni: “Ci siamo trovati in piena settimana di Ferragosto, periodo simbolo delle porcate politiche della Prima Repubblica, con un personaggio ormai alieno rispetto al M5S, il signor Casaleggio, che si inventa una votazione sentendo esclusivamente Crimi, il quale solo formalmente è capo politico (doveva essere reggente per 30 giorni…)”. Tuttavia, tiene a precisare il senatore pentastellato, “Nessuno se la prende con Crimi perché sta lì, ma ci vorrebbe un minimo di legittimazione per dettare la linea politica”.
Dessì: “Casaleggio non esiste, come la piattaforma”
Insomma, rimarca ancora Dessì, “è una votazione che Casaleggio si è fatto da solo, forse per affermare – visto che non glielo riconosce più nessuno, io per primo – che esiste. E siccome per me non esiste e quella piattaforma non serve più a niente, io non ci voto“.
Dessì: “Le alleanze? Non serve il voto ma gli Stati generali”
Infine, riguardo allo specifico dei temi affrontati dalla votazione, il senatore rimarca che “Sul secondo mandato ho fatto spesso una battaglia dicendo da sempre, da quando ne parlavo con Gianroberto, che secondo me il mandato in consiglio comunale è una scuola, non può essere considerato un vero e proprio mandato. Il tema delle alleanze doveva essere discusso agli Stati generali e invece viene risolto con una domandina, come se le alleanze nei comuni si facessero schioccando le dita…“.
Max