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La Raggi ‘sdogana’ il M5s in un partito classico: via il tetto ai 2 mandati per evitare un ‘suicidio politico’

Addio ai ‘dogmi’, ai pluri-spesi concetti di alternativa, il Movimento 5 Stelle, che piaccia o meno, è attualmente un partito di maggioranza e, volente o no, ‘deve’ necessariamente confrontarsi e fare i conti con quella politica, odiata, contro la quale il Movimento traeva la sua unica ragion d’essere. Ma spesso il tempo incombe rimescolando le carte, i concetti si allentano e, poco alla volta – dovendo fare i conti anche con il ‘gradimento’ popolare – i pentastellati sono stati costretti a rimettersi in gioco ‘alla pari’, E non più sotto l’ombrello della politica alternativa, ma sfidando quasi alla pari la ‘politica professionistica’, sul suo stesso territorio. E sono volate mazzate.

M5s, quando erano i bei tempi del ‘Vaffa…’

Altro che i bei tempi dei ‘Vaffa…’, oggi provate soltanto a contestare un pentastellato attraverso i social… e scatta subito la scorta. Basti ripensare ad esempio con quale furore un tempo il M5s ‘massacrava’ sistematicamente Matteo Renzi ebbene, oggi Italia viva – vedi il caso Bonafede – è un prezioso alleato con il quale ‘scendere a patti’ (e qui citiamo la regolarizzazione proposta dalla Bellanova, contestata ma accettata), pur di assicurare lunga vita a questo esecutivo. Altra ‘macchietta’ poi l’alleanza con il Pd che, se non altro (limitandosi ad appoggiare ‘tutto’), perlomeno, ha saputo ‘sfruttare’ la situazione per recuperare qualche elettore. Insomma un po’ come amava ripetere l’arguto Andreotti: “il potere logora chi non ce l’ha”, ed in casa M5s va bene tutto pur di non perderlo.      

La regola dei due mandati, l’ultimo dogma

Dunque, ad oggi, a far passare notti insonni agli aficionados di Grillo & C. era la presenza dell’ultimo ‘dogma’ relativo alla regola dei due mandati e poi via. Il caso vuole però che, accanto alle regionali, guardando a medio-termine, vi è una ridente cittadina a circa 600 Km da Bergamo, chiamata Roma, dove la sindaca attualmente in carica – Virginia Raggiha giocato d’anticipo rilanciando la sua candidatura, mettendo in crisi i vertici M5s (o perlomeno alcuni di loro) ma, al tempo stesso, restituendo ‘speranza’ a quanti prossimi al ‘forzato pensionamento’.

La Raggi rappresenta il catalizzatore della maggioranza

Dunque, sostenuta dalla maggior parte dei deputati pentastellati, la Raggi ha indotto i grillini ad un ragionamento ‘serio’ (od opportunistico, politicamente parlando): l’attuale sindaca ha dalla sua il vantaggio della notorietà, Roma è un piazza difficilissima, il Pd ed Italia Viva non hanno candidati all’altezza e, con grande probabilità un Raggi bis avrebbe il placet dell’intera maggioranza rinsaldando i rapporti. Un ragionamento che deve aver fatto anche il ‘garante’ genovese il quale, sa bene che il M5s è nella fase discendente, e la Raggi rappresenta ‘l’ultima spiaggia’, ed anche un alibi per ridiscutere il veto dei due mandati che attualmente per il movimento rappresenta un vero e proprio ‘suicidio politico’.

Grillo ‘rilancia’ ripartendo da Raggi e Di Maio

Così, dai social, il co-fondatore del M5S, accanto ad una foto che lo ritrae insieme a ‘Virginia’ e a ‘Gigino’ (Di Maio), scrive: “Daje!”, assicurandosi così due piccioni con una fava… Il resto è il ‘dovuto’ entusiasmo dell’arco parlamentare pentastellato ( e ti credo!), che celebra l’endorsement, stringendosi intorno alla frase di Grillo: “Virginia Raggi sta svolgendo un ottimo lavoro a Roma. Ed ha bisogno del supporto di tutto il MoVimento

Ora (proforma) la decisione spetta alla ‘Rosseau’

Ora ovviamente l’ultima parola in merito spetta alla ‘solita’ piattaforma Rousseau ma, come tiene a far sapere il tesoriere del gruppo alla Camera Francesco Silvestri, “La possibilità di candidarsi per tre volte esiste già”, spiega rifacendosi al ‘mandato zero’ dei consiglieri comunali, ed aggiunge che “solo che alcuni possono, altri non possono. Va uniformata: o tutti o nessuno. Ma soprattutto, va fatto il prima possibile

L’ok di Crimi trasformerà il M5s in un ‘partito classico’

Che poi, appena un paio di mesi fa, lo stesso Crimi, capo politico del M5s, affrontò la questione concedendo una ‘deroga dei due mandati per i sindaci’, scelta che mandò su tutte le furie la Lombardi, consigliera regionale ed ‘acerrima nemica della Raggi, la quale commentò: “Basta deroghe: consigliere mandato zero, sindaco mandato doppio o titoli fantasiosi che sanno un po’ di presa in giro. Se vogliamo parlare di superamento della nostra regola interna del limite dei due mandati, si faccia apertamente e pubblicamente in un consesso adatto come gli stati generali, quando potremo tenerli. Poi si voti per decidere una volta per tutte e ognuno ne trarrà le debite conseguenze. Sia gli eletti, che gli attivisti, che gli elettori”.

Dunque ora la palla torna a Crimi il quale, dovrà decidere in merito. Un decisione non facile perché, se da una parte così facendo assicura un minimo di proseguito al suo Movimento, dall’altro lo avvicina sempre di più agli odiati e contestati parti istituzionali…

Max