(Adnkronos) – “Le nuove tecnologie richiedono nuovi approcci: quando il 5G scalerà e arriveremo a soluzioni flessibili con l’impiego di intelligenza artificiale il tema sarà come possiamo organizzarci. Non possiamo usare il metodo ‘mi porti il prodotto e lo certifico’ perchè il prodotto sarà un insieme di codici che fra sei mesi saranno magari modificati, e dopo un anno stravolti”. A sottolinearlo è Andrea Billet, Direttore del Cvcn centro valutazione certificazione nazionale, intervenendo al 5G Italy promosso dal Cnit. Il centro è incardinato nel Servizio certificazione e vigilanza diretto dallo stesso Billet èd è “una costola del perimetro nazionale di sicurezza cibernetica” creato per fornire una cornice di sicurezza intorno alle infrastrutture critiche. Dunque il tema è “lavoriamo sull’ecosistema, cioè – spiega – a creare contenitori in cui soggetti che hanno esigenze comuni dialogano e si danno regole per creare un impiego sicuro dell’oggetto piu’ che certificare l’oggetto in sè”.
“Al momento si lavora a tre temi fondamentali – prosegue l’ammiraglio Billet – il primo dei quali è la formazione anche perché c’è, non solo in Italia, una carenza fortissima di competenze sulla tecnologia. L’altro aspetto è il presidio del territorio: chi in Italia lavora al 5G si confronta a un tavolo che in parte è politico, in parte è tecnico e entra nel merito delle soluzioni. Lo scrutinio tecnologico avviene all’interno di un perimetro: noi presidiamo i piani di investimento e le soluzioni tecniche proposte, i prodotti e i servizi, ragioniamo sull’architettura” spiega.
“L’ultimo aspetto è la competitività del paese che si ottiene presidiando gli standard; noi – sottolinea Billet – siamo stati tra i primissimi paesi a fare l’asta per la banda 5G e quindi abbiamo un vantaggio competitivo ma dobbiamo presidiare i luoghi dove si definiscono gli standard; è necessario che noi siamo su quei tavoli perchè non possiamo accettare standard che siano in qualche modo penalizzanti per noi, dobbiamo cercare la giusta ‘quadra’”.