Al Teatro Brancaccino è in scena dal 24 ottobre ‘Paura d’amare’, di Terrence McNally, con la regia di Giulio Manfredonia. Protagonisti Maria Rosaria Russo e Massimiliano Vado.
Frankie and Johnny in the Clair de Lune è una pièce di Terrence McNally, sceneggiata dallo stesso McNally per il film Frankie and Johnny, diretto da Garry Marshall nel 1991 e interpretato da Al Pacino e Michelle Pfeiffer. La commedia fu giudicata dal New York Post “straordinariamente divertente, romantica, provocatoria” e il New Yorker definì McNally “uno dei più originali e audaci drammaturghi, e anche uno dei più divertenti”. Il film di Marshall ebbe un enorme successo e Michelle Pfeiffer ottenne una nomination ai Golden Globe come migliore attrice. Un cuoco, uscito da diciotto mesi di carcere per truffa, s’innamora di una cameriera che si sta leccando le ferite di una relazione infelice e la corteggia appassionatamente cercando di vincerne resistenze, paure, diffidenze.
Un dialogo brillante, serrato, ironico, cui fa da controcanto il coro dei personaggi minori. Tutte persone comuni, tutti accomunati dalla paura di scoprirsi e fare spazio all’altro, accettando i suoi e i propri limiti. Quella paura che conosciamo tutti, e che ci fa preferire la solitudine alla delusione.
Come tiene a sottolineare nelle note di regia Giulio Mandfredonia: “Il testo di McNally (1987) si svolge interamente nella stanza da letto di Frankie e racconta una notte d’amore tra i due personaggi, affidando al loro dialoghi la descrizione delle loro vite.
Pochi anni dopo lo stesso McNally scrisse l’adattamento cinematografico per il film diretto da Garry Marshall nel 1991. Nel film la vita di Frankie e di Johnny si arricchisce di mille particolari e tutta la storia si può dire faccia un vero e proprio salto di qualità: non solo la vicenda dei due affronta anche il loro innamoramento, totalmente assente nella pièce teatrale, ma i temi del racconto trovano la loro centralità e la struttura narrativa prende rotondità, con l’introduzione, a mio avviso determinante, del loro universo lavorativo, nel ristorante newyorkese “Apollo”, vero e proprio contrappunto diurno, frenetico e concretissimo, alle atmosfere rarefatte e sentimentali delle notti del testo teatrale. Ho scelto quindi di prendere i protagonisti e portarli fuori dalla stanza – spiega ancora il regista – raccontando allo spettatore sia le vicende che li porteranno a quella notte d’amore, sia la paura che la segue, e poi il punto di rottura e la riconciliazione finale. Il tentativo è dunque quello di scardinare le mura della stanza per riportare la storia nel reale.
Li scopriremo insieme al pubblico in un altrove nuovo e allo stesso tempo consueto, contrapponendo la rappresentazione delle azioni e dei gesti quotidiani dei personaggi con i loro sentimenti più intimi, e modulando e mutando il quotidiano in cui sono immersi.
Questo viaggio di andata e ritorno tra teatro e cinema ha l’obbiettivo alto di “tradire” la pièce teatrale, cercando di disegnare una struttura narrativa nuova, a mio giudizio più compiuta, conservandone però il senso più profondo.
Johnny corteggia Frankie con le sue parole dirette, trasparenti, e fa breccia nel muro che lei ha costruito nel tentativo di annullarsi pur di tenere lontano quella paura che l’ha segnata. L’irrompere dell’amore nelle loro vite, quelle di due persone semplici e assai comuni, trasfigura il loro ordinario e lo rende straordinario – conclude infine Manfredonia – stravolge il quotidiano trasformandolo in qualcosa che ha a che fare col desiderio, ma anche con la paura di tornare a vivere.
Quella paura di scoprirsi e fare spazio all’altro, accettando i suoi e i propri limiti, che conosciamo tutti, e che spesso ci fa preferire la solitudine alla delusione”.
Il Brancaccino è in via Mecenate 2, Roma – www.teatrobrancaccio.i – Biglietto: 18,00 €
Max