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BeoutQ cos’è? Analisi della IPTV pirata satellite che trasmette sport live streaming illegalmente.

Cos’è BeoutQ? Da dove viene fuori la sua popolarità e perchè, in queste ore, sui giornali e nei media in generale se ne sta parlando così tanto? E’ presto detto.

BeoutQ è un‘emittente televisiva a pagamento pirata che si diffonde dall’Arabia Saudita. La piattaforma, nata nel 2017, sostanzialmente agisce illegalmente perchè ‘riproduce’, riprendendoli e ritrasmettendoli, i programmi Tv in programmazione nel canale televisivo beIN Sports in Qatar.

Un fenomeno, quello della pirateria, che tramite BeoutQ e le altre IPTV illegali sta creando davvero grandi danni alle emittenti TV come Sky oppure come DAZN e, di conseguenza anche a quelle come Mediaset, così come ai tanti utenti che ne seguono i contenuti. Ma perché?

BeoutQ cos’è? Analisi della IPTV pirata. Dove trasmette, quando, come, perchè è illegale

BeoutQ incorpora, in pratica, i programmi di beIN Sports con loghi in onda sovrapposti. Non solo: la piattaforma acquisisce pare illegalmente anche i prodotti di altre emittenti e incorpora l’accesso a vari servizi IPTV che portano ad altri canali live e contenuti di intrattenimento.

Insomma, una rete a dir poco smisurata, che ha già causato diversi danni. Ad esempio, beIN è stato obbligato a smettere di vendere i propri servizi in Arabia Saudita, perchè la faccenda ha aperto una crepa diplomatica tra il Qatar e altri paesi arabi su, addirittura, sostegni del governo a gruppi terroristici.

Ad ogni modo, beoutQ è in scontro con beIN Media Group per violazione del copyright della copertura degli eventi in esclusiva. L’amministratore delegato di beIN Sports ha parlato di “furto su scala industriale” avvertendo che la mancata penalizzazione della IPTV potrebbe portare a “normalizzare la pirateria”.

Aggiornamento ore 5.03

Come noto agli addetti ai lavori, beIN Sports è un network con sede in Qatar: l’emittente viene considerata come la principale e più completa nel campo della programmazione sportiva nel Medio Oriente e nel Nord Africa e ha diffuso eventi clou come i Giochi olimpici , la Coppa del Mondo, la UEFA Champions League , l’AFC Asian Cup e altri grandi eventi.

Tra questi, La Liga, Premier League, Formula Uno, gli internazionali di tennis e altri ancora. Poco tempo dopo aver avuto il boom, però, la beIN ha dovuto affrontare la grana beoutQ.

E’ infatti sorto nuovo servizio in abbonamento noto come beoutQ, che ridistribuisce sui propri canali i ‘canali’ beIN Sports come se stesse semplicemente sovrapponendo la propria grafica digitale.

Inutile dire che questa cosa non si può fare. E se all’inizio il servizio è stato fornito online, in seguito è passato a diffondersi tramite ben 10 canali satellitari. E nemmeno nell’ombra, anzi.

Il lancio del servizio è stato promosso da una campagna di social media su Twitter con messaggi chiari circa la vasta disponibilità di decoder e pacchetti disponibili ovunque con abbonamenti gratuiti.

Chi ci sia dietro, anche a livello di fondi, non è chiaro. Di recente pare essere emerso come beoutQ abbia alle spalle dei controversi investitori colombiani e cubani. Ma dai due paesi non arrivano conferme né indicazioni di sorta.

Quanto alla trasmissione dei segnali, alcuni feed tracciano beoutQ in relazione ai satelliti Arabsat, le cui frequenze sono state peralatro promosse nella pubblicità di beoutQ: ma la Arabsat ha negato di essere implicata nella crescita di BeoutQ.

Aggiornamento ore 7,16

Con il tempo, beoutQ è cresciuta e ora non si limita più a riprodurre i contenuti di beIN, ma anche di altri network quali Eleven Sports e l’emittente Usa Telemundo.

Inoltre, i pacchetti set-top box di beoutQ prevedono l’accesso alle app IPTV descritte come le “Netflix della pirateria” che, naturalmente, trasmettono film piratati, programmi televisivi in ​​diretta e eventi coperti da diritti di esclusiva.

L’amministratore delegato di BeIN Sports, Tom Keaveny, ha parlato di rischi di “normalizzazione della pirateria”. La FIFA ha tentato di negoziare un accordo con beIN per concedere in sub-licenza i diritti della Coppa del Mondo 2018 senza arrivare a un accordo.

Alla fine beoutQ trasmise l’intero torneo prendendola da varie fonti, tra cui la stessa beIN e Israel Public Broadcasting Corporation.

Ma gli esempi sono innumerevoli. Come quello della Federcalcio asiatica (AFC) che condannò beoutQ per aver trasmesso la Coppa asiatica 2019 , dichiarando di aver “istruito i legali a intraprendere azioni legali in Arabia Saudita e sta lavorando insieme ad altri proprietari di diritti sportivi che sono stati coinvolti per proteggere il suo interesse. ”

Nell’aprile 2019, il Rappresentante commerciale degli Stati Uniti ha pubblicato la relazione annuale speciale sulla protezione dei diritti di proprietà intellettuale. Il rapporto designato come ” noto mercato” ha affrontato anche il presunto ruolo di Arabsat nel favorire la pirateria di beoutQ.

Nel giugno 2019, beIN ha licenziato 300 dipendenti, indicando la pirateria come un elemento cruciale per la decisione. Anche l’Italia è coinvolta.

In riferimento al contratto siglato con l’Autorità Sport Generale saudita nel 2018, l’Italia dovrà portare la Supercoppa in Arabia Saudita almeno tre volte nei prossimi cinque anni. Proprio di recente, nel giugno 2019, il nuovo CEO della Serie A, Luigi De Siervo, ha dichiarato di aver “già intrapreso un’azione legale, inizieremo a breve per fare una forte campagna nei confronti del nostro governo e di altri governi per portare il fenomeno beoutQ alla riduzione totale “.

Aggiornamento ore 10,39