4,5 famiglie italiane riducono spese sanitarie

Spese sanitarie a picco in Italia. Malate e impoverite, sempre di più. Le famiglie italiane sono in crisi, con sempre meno soldi a disposizione per curare i propri acciacchi e malanni. Ed è per questo che in tantissime starebbero, in questi anni, rinunciando ad importanti cure mediche non potendone affrontare le spese sanitarie relative.
Un quadro fosco è quello che emerge da uno studio del polo universitario di Tor Vergata. Secondo una ricerca dell’Università Tor Vergata in Italia ci sono circa 4,5 famiglie che hanno ridotto le spese sanitarie a discapito della propria salute psicofisica.
La ricerca del Crea dell’Università Tor Vergata afferma che “l’Italia ha buoni risultati sanitari e tiene sotto controlli i costi. Ma le famiglie iniziano a soffrire problemi economici”.
Il ticket sanitario non sembra funzionare adeguatamente per certe famiglie e pare essere tra le cause dell’impoverimento. “Le compartecipazioni sono ingegnerizzate molto male: quelle fisse sulle ricette, per di più non esenti, sono la causa primaria di impoverimento. I ticket sulle prestazioni specialistiche hanno messo, in più di qualche caso, fuori mercato il Ssn”. Lo dice chiaro e tondo il Rapporto Sanità del Crea-Università Tor Vergata di Roma, che incrociando un vasto quadro di studi e ricerche non solo italiane ma anche internazionali approfondisce il panorama complesso delle problematiche legate alle spese sanitarie sempre più in diminuizione. “Il problema delle liste di attesa – ad esempio indicano gli esperti – risiede nel fatto che esse vengono percepite dai cittadini come inefficienze del sistema, mentre sono, in buona misura, una difesa messa in atto dal sistema per evitare la proliferazione di prestazioni che, in quanto non urgenti, sono anche a maggior rischio di inappropriatezza. Se si volessero uguagliare le condizioni di accesso, basterebbe sancire che dopo un certo numero di giorni di attesa i cittadini hanno diritto di effettuare la prestazione in regime di indiretta, ricevendo poi il rimborso della prestazione”.
La ricerca afferma che il 17,6% di delle famiglie residenti (4,5 milioni) ha dichiarato di aver cercato di limitare le spese sanitarie per motivi economici (100.000 in più rispetto al 2015), e di queste 1,1 milioni le hanno annullate del tutto. Un dramma, se considerata l’imprescindibilità della prevenzione nell’ambito medico, possibile solo a fronte di spese sanitarie adeguate. Il Mezzogiorno è inevitabilmente l’area più in sofferenza (5,6% delle famiglie), poi il Centro (5,1%), il Nord-Ovest (3,0%) e infine il Nord-Est (2,8%). Il peso delle spese sanitarie è patito dal 5,5% delle famiglie, ed è maggiore molto più nel Sud (7,9% delle famiglie). Ben 416.694 famiglie hanno peggiorato la propria condizione economica (l’1,6% del totale): il valore massimo si raggiunge nel Lazio, laddove il 2,7% delle famiglie si sono impoverite. Il valore minimo nelle Marche, dove solo lo 0,8% versano in tale condizione.