(Adnkronos) – “La mia era una provocazione. Sicuramente ho commesso un gravissimo errore, volevo provocare una reazione nel CdA, parlando di patria, senso dello Stato, responsabilità dei singoli ed ho commesso un gravissimo e imperdonabile errore”. Lo afferma all’Adnkronos Claudio Anastasio, ex presidente di 3-i, a pochi giorni dalle sue dimissioni dopo la bufera che lo ha travolto perché, in una email al Cda, ha citato e parafrasato il discorso di Mussolini del 1925, all’indomani dell’omicidio Matteotti. Perché proprio quel testo? “Avrei potuto citare Stalin, Gramsci, Shakespeare” invece ho citato quelle parole “perché nella mia cultura, parlando di patria e senso dello Stato, quelle parole erano più fresche. Ma un ho fatto un errore pazzesco per il contesto storico di quel discorso, che in nessun modo però ho legato al delitto Matteotti”.
“Certo che sono rammaricato”, assicura Anastasio dicendosi pentito ma precisando: “Io aborro il fascismo, ma non posso non ritenermi libero di citare una frase idonea a trasmettere un concetto”. “Ero collaboratore di Romano Mussolini (figlio del Duce ndr)” ma “mai mi sono comportato né pubblicamente né privatamente da fascista”.
Dietro alla mail e alla polemica che si è scatenata, secondo l’ex presidente di 3-i, c’è ben altro. Intanto Anastasio racconta di aver scritto quell’email “l’ 8 marzo dopo gli ultimi giorni passati a lavorare giorno e notte, a pensare e ripensare a come sbloccare la 3-I S.p.A. la cui improduttiva posizione di stallo rischia di vanificare i progetti Pnrr legati alla transizione digitale della nostra nazione”. “Dai primi giorni dello scorso dicembre, data in cui ho ricevuto l’incarico di presidente della 3-I, ho riscontrato un forte ostacolo – sostiene infatti l’ex presidente – l’immobilismo degli enti soci (Inps, Inail, Istat) verso il decollo della neo società che ricordo essere misura prodromica all’attuazione dei piani Pnrr”.
In questo contesto, racconta Anastasio, ha scritto quella mail “finita però sui giornali sei giorni dopo l’invio”. “Come mai non ho ricevuto una forte presa di posizione alla mia email da parte dei consiglieri del Cda in 6 lunghi giorni di attesa prima della gogna mediatica? Nulla, solo silenzio. Sicuramente uno tra questi ha trasmesso ai media il mio grave errore senza palesare nella forma e nel merito una distanza da quanto da me comunicato”, spiega sottolineando che è stata violata la sua privacy.
Il primo motivo di ciò che è accaduto, secondo Anastasio, è “colpire il governo imputando l’incapacità progettuale, il secondo è molto più economico. Fermare 3-I significa per gli Enti continuare a gestire le miliardarie gare d’appalto”. Insomma è “un sabotaggio al Pnrr e al governo e io l’ho offerto sul piatto d’argento”, osserva Anastasio che per questo spiega di aver fatto un passo indietro: “Quando ho preso l’incarico, mi sono assunto la responsabilità di non creare un problema a questo governo quindi ho dato le dimissioni immediate”.
(di Sara Di Sciullo)