(Adnkronos) – “In Europa i tumori dell’apparato digerente rappresentano la principale causa di mortalità: sono infatti circa 350mila i morti all’anno per neoplasie di colon retto, stomaco, fegato e pancreas. In Italia il cancro colorettale è la seconda causa di cancro nelle donne; l’epatocarcinoma uccide 80mila persone ogni anno; oltre l’80% dei tumori del pancreas è incurabile. Queste patologie in Italia sono al secondo posto dopo quelle cardiovascolari. Dunque la prevenzione è tutto”. Così Antonio Benedetti, presidente della Federazione italiana società malattie apparato digerente (Fismad), in occasione del convegno ‘Strategie di screening e prevenzione dei tumori digestivi: il Progetto europeo’, promosso a Roma dalla Fondazione per le malattie digestive (Fmd) per illustrare le raccomandazioni europee e le azioni utili da mettere in campo in Italia affinché sia promosso uno stile di vita più sano e siano incentivati programmi di prevenzione.
Tra i fattori di rischio, spiega all’Adnkronos Salute, per il tumore del fegato sono “sotto accusa uno stile di vita scorretto, le infezioni da” virus dell’epatite B e C “Hbv e Hcv, l’abuso alcolico e la sindrome metabolica, cioè quel complesso di alterazioni metaboliche che includono diabete, sovrappeso e obesità, ipercolesterolemia e ipertrigliceridemia, fattori che si associano a una più elevata mortalità cardiovascolare, ma anche per tumori del fegato”. Per quanto riguarda invece il cancro del colon retto, fattori di rischio sono “le malattie croniche intestinali come il morbo di Crohn e la colite ulcerosa. Quindi una particolare attenzione va data a tutti i pazienti con queste patologie, in funzione di una prevenzione del cancro colorettale”. Il fumo di sigaretta è il principale indiziato alla base del carcinoma pancreatico, è emerso dal convegno. Seguono obesità, ridotta attività fisica, cattive abitudini alimentari (consumo di bevande alcoliche e di grassi saturi, e dalla ridotta assunzione di verdure e frutta fresca) e la pancreatite cronica.
“Sicuramente per ridurre l’incidenza” di queste neoplasie “è fondamentale migliorare i programmi di screening – conclude Benedetti – purtroppo ridotti in maniera significativa durante gli anni della pandemia”.