Una villa con giardino e una tavola calda con annessa tabaccheria, dal valore complessivo di 500.000 euro, sono state sequestrate questa mattina a Pasquale Vitalone, condannato nel 2021 per associazione mafiosa. Sono stati i Carabinieri del Comando Provinciale di Roma, a conclusione di indagini patrimoniali e bancarie, a eseguire il Decreto di sequestro dei beni nei confronti di Vitalone.
Un nome noto per essere, secondo gli inquirenti, il capo-promotore di un’associazione criminale dedita al traffico di cocaina, hashish e marijuana. Droga che veniva riversata in grandi quantità sul mercato romano, almeno fino all’anno scorso, quando l’indagine «Enclave» ha smantellato la fitta rete criminale, che secondo gli investigatori aveva contatti diretti con esponenti di primo piano della ‘ndrangheta.
Non è un caso che il nome di Vitalone compaia anche tra quello dei 43 arrestati nell’operazione Propaggine, quella che ieri ha portato alla luce l’esistenza della prima ‘ndrina romana. Secondo gli inquirenti fu proprio Vitalone, nel 2017, ad avvertire Antonio Carzo, uno dei due boss dell’organizzazione, dell’esistenza di un’indagine sulla ‘ndrangheta a Roma.
Da quel momento gli affari del clan furono discussi esclusivamente in occasioni speciali, come matrimoni e funerali. Ma questo non ha impedito all’organizzazione di allargarsi, fino a rendere Roma il cuore del riciclaggio della ‘ndrangheta. Dove i proventi illeciti della criminalità calabrese venivano “ripuliti” attraverso attività commerciali acquistate in gran numero nel corso degli anni.