In questi giorni ricorre il decimo anniversario dalla morte di Mino Reitano, il cantante calabrese, deceduto a 64 anni, tuttora apprezzato dai suoi fan in Italia e allestero per le sue hit e per la sua bontà danimo. In vista della ricorrenza la moglie Patrizia con le figlie Giuseppina e Grazia celebrano Mino Reitano con una serie di eventi che dureranno per tutto il 2019. “Io e le mie figlie in questi anni abbiamo scelto di portare avanti il ricordo di Mino perseguendo la sua volontà, cioè sviluppando o appoggiando progetti che avrebbe voluto portare a termine lui stesso, in unottica di qualità e soprattutto rispetto per lui” scrive Patrizia sulla pagina online dedicata a Mino Reitano che gestisce con le figlie. “Ci siamo sposati nel 77 e da allora, fino alla fine, non ci siamo mai lasciati, condividendo tutto. Posso solo dire di avere avuto accanto un uomo straordinario, il cui amore mi guida e sostiene ancora ogni giorno”. Originario del comune di Fiumara (Reggio Calabria), allevato da una famiglia molto modesta, Mino rimane orfano della madre Giuseppina alla precoce età di due anni e si mette a lavorare sin da piccolo diventando membro di unorchestra coi fratelli Franco, Antonio, Gegè e la sorella Gianna. Allo stesso tempo impara a suonare il violino al Conservatorio di Reggio Calabria e a 14 anni trasloca in Germania, per tentare una migliore sorte. Con i fratelli suona nei più rinomati locali di Amburgo e vicinanze, arrivando a spartirsi i rilettori con i Beatles quando ancora non erano sulla cresta dellonda. Rientrato in Italia per una gara canora, inizia la sua ascesa siglando i primi contratti discografici. Debutta a Sanremo nel 67 con Non prego per me, un singolo scritto da Mogol-Battisti che canta in duetto con The Hollies, e nel 68 giunge la primo grande hit con Avevo un cuore che ti amava tanto, che raggiunge il milione di copie vendute e ottiene il riconoscimento del disco doro.