“Posso solo dirvi che i fatti contestati risalgono al periodo 2007-2012 per i quali risulta pendente presso la Commissione tributaria regionale un procedimento: mi contestano che io avrei agevolato il Caf Fenapi ad evadere il fisco e quindi non sarei io levasione ma il Caf Fenapi di proprietà della Fenapi che ha oltre 300mila soci. Dedico questa ulteriore battaglia ai perseguitati dellingiustizia che non hanno avuto la forza ed i mezzi per ottenere giustizia. State sereni, io non mollo! Preservate il nostro meritatissimo e onestissimo successo elettorale dagli attacchi dei medesimi ambienti che già sapevano del mio arresto”. Malgrado larresto per evasione fiscale che lo ha colto appena eletto allArs, il neo deputato dellUdc Cateno De Luca, affida a Facebook le sue spiegazioni in merito. “La mia richiesta di arresto – spiega il deputato – risale al 10 gennaio 2017 e il gip per motivi a noi non troppo ignoti ha firmato lordinanza di arresto il 3 novembre 2017. Io avevo annunciato la mia candidatura a sindaco di Messina nel comizio del 1 gennaio 2017 in piazza municipio, a Santa Teresa di Riva. A dicembre 2016 avevamo depositato lennesima denuncia nei confronti di una parte della magistratura di Messina e alcuni organi inquirenti che avevano commesso troppi errori nei procedimenti penali aperti a carico di Cateno De Luca: ben 15 procedimenti penali di cui 14 già chiusi con sentenze di assoluzione perché il fatto non sussiste e varie archiviazioni per linconsistenza delle accuse. Pregate per me e per la mia famiglia e per gli altri indagati che nulla centrano in questa storia – infine, postandosi con un bicchierino in mano, scrive: “Beati i perseguitati a causa della giustizia, perché di essi è il regno dei cieli. Vi saluto offrendovi virtualmente il caffè del galeotto”. Nel lungo post De Luca tiene soprattutto a chiedere scusa ai suoi “sostenitori per ciò che subiranno nei prossimi giorni”, invitandoli a “preservare il nostro meritatissimo e onestissimo successo elettorale dagli attacchi dei medesimi ambienti che già sapevano del mio arresto”.
M.