Stefano Parisi non aveva scelto per se stesso” il ruolo di leader del centrodestra ma quello di raccogliere risorse, energie nuove nella società civile. Parisi ha sempre affermato di non considerarsi di Forza Italia, mi auguro che vada avanti in questo lavoro e che alla fine ci si possa ritrovare insieme. Dobbiamo rinnovarci senza rottamarci e Stefano Parisi può darci una mano nella ricerca di persone nuove”. Così stamane Silvio Berlusconi, intervenendo ai microfoni di Rtl 102.5. “Ho fatto solo una constatazione. In una coalizione spiega ancora il Cavaliere – i toni troppo accesi non servono, le polemiche non sono utili, i personalismi sono addirittura deleteri, da qualsiasi parte provengano. E’ evidente che nessuno, si tratti di Parisi o di chiunque altro, può pensare di avere la guida o comunque un ruolo importante in una coalizione se gli altri membri della stessa coalizione non lo accettano. D’altronde aggiunge ancora il leader di Forza Italia – non è questo il ruolo che Parisi aveva scelto per se stesso e che ha cominciato a svolgere con il mio consenso. Quel ruolo era quello di raccogliere risorse, energie nuove, protagonisti nuovi nella società civile fra coloro che non si sono mai impegnati in politica. Ha sempre detto di non considerarsi di Forza Italia, quindi risponde lui delle sue affermazioni e delle sue opinioni. Quando gli domandano chi potrebbe essere il suo erede, Berlusconi osserva: “spero che ci sia. Certamente sino adesso non sono stato capace di fare una scelta o questa scelta non mi si è presentata. Ho puntato molto su qualcuno che poi addirittura è passato dall’altra parte e via via che si sono succeduti nei primi posti del mio movimento dei personaggi, hanno deluso o comunque non sono stati ben visti e accettati dagli altri. Oggi in politica c’è solo un leader e si chiama Matteo Renzi. Comunicare con gli elettori – ha continuato l’ex Cavaliere parlando della lettera spedita dal premier agli italiani all’estero – è un diritto di Renzi come di tutti noi. Oggi Renzi racconta a noi, al mondo, alla comunità finanziaria internazionale l’Italia sull’orlo del caos in caso di vittoria del no. Non c’è nulla di più falso. I problemi dell’Italia sono gravi e non li risolve certo questo referendum. E trovo assurde le dichiarazioni di alcuni secondo i quali la vittoria del sì ridarebbe slancio all’economia. E’ un’arma che usa Renzi per spaventare gli italiani. Se vince il no al referendum si aprono diverse possibilità, la prima è che si riesca tutti insieme a fare una legge elettorale ragionevole che porti ad una maggioranza rappresentativa degli italiani e poi si vada subito a votare. E poi si apre una grande possibilità di una nuova riforma della Costituzione che contenga cose che invece in questa riforma non ci sono. Se Renzi darà le dimissioni – aggiunge – tutto sarà nelle mani del Capo dello Stato. Noi con il senso di responsabilità, con il senso dello Stato che abbiamo sempre avuto, decideremo di conseguenza. Poi Berlusconi è intervenuto sulle primarie: “Il concetto delle primarie è in sé apprezzabile, ma le primarie che si sono svolte in Italia non garantiscono la regolarità dei voti, sono primarie barzelletta. Potrei dire sì se ci fosse una legge che le regolasse e se venissero svolte rispettando ciò che questa legge potrebbe determinare per lo svolgimento delle stesse”. Quindi, inevitabile, un commentato sul nuovo presidente degli Stati Uniti: “Lesperienza insegna che un Presidente non si giudica dalla sua campagna elettorale prima delle elezioni, ma da fatti. E’ stato capace di ascoltare le difficoltà di quel ceto medio che non fa politica, che non si riconosce nei partiti, che è più esposto di tutti alla crisi, alle tasse, alla disoccupazione, alla criminalità, e in questo -prosegue l’ex premier- posso dire che è affine a me, non parla il linguaggio dei politici, ma quello della gente comune. Sui contenuti ci sono punti che condivido e altro meno, apprezzo molto il drastico calo delle tasse che ha intenzione di fare e dico che anche noi saremo in difficoltà se non faremo altrettanto. Trovo giustissimo il rafforzamento del controllo allimmigrazione clandestina, però non mi piacciono, se saranno confermate, le tentazioni protezionistiche, le tentazioni isolazioniste che ho visto in certe sue dichiarazioni. Sul piano internazionale, invece dice ancora il Cavaliere – lidea di un diverso e più positivo rapporto con la Russia di Putin mi pare assolutamente positivo, così come mi paiono positive le indicazioni di solidarietà ad Israele, spero che non vengano contraddette dalla scelta dei collaboratori che farà. Quanto alla sconfitta di Hillary Clinton “rappresentava la continuazione di un certo establishment, io ho trovato per lei molto negativo che Obama sia sceso in campo per sostenere la sua campagna. Hanno visto in lei un qualcosa che continuava e di cui in molti erano, a ragione, non contenti, questo credo che le abbia nociuto. Poi il fatto che lei veramente rappresentava la classe politica: aveva avuto il marito Presidente, per molti anni era stato segretario di Stato di Obama, è dentro quel partito politicamente corretto che è quello democratico, tutte queste cose hanno nociuto. A Trump, invece, ha dato forza il fatto che lui si sia rivolto a quelle cose che i cittadini, non solo in America, sentono molto: loppressione fiscale, quella burocratica e giudiziaria, quindi -conclude Berlusconi- ha saputo cogliere ciò che i cittadini moderati sentono che deve essere cambiato, e credo che questo lo abbia portato alla vittoria”.
M.